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mercoledì 30 novembre 2011

Biennale Arte 2011 – ancora record


Sono arrivati oltre 440.000 visitatori (+18% rispetto al 2009, quando i visitatori furono 375.000)

Un semplice ma indiscutibile dato che conferma il pregio e interesse che ancora oggi la Biennale di Venezia ha in Italia e nel mondo.

Con uno speciale weekend ricco di iniziative ed incontri, si è chiusa Domenica 27 Novembre la 54. Esposizione Internazionale d’Arte -ILLUMInazioni, diretta da Bice Curiger e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.

Durante le 25 settimane di apertura, la 54. Esposizione è stata al primo posto tra le esposizioni italiane più visitate, con una media giornaliera di 2850 visitatori e afflussi record in particolare nel weekend del 29 e 30 ottobre di 12.420 persone. I giovani e gli studenti sono il 31% dei visitatori totali. Gli studenti che hanno visitato la Mostra in gruppo rappresentano il 19% del pubblico.

«Si ferma temporaneamente quella che abbiamo chiamato la grande macchina del vento – afferma Paolo Baratta – che è in attesa di riprendere a funzionare tra due anni scuotendo di nuovo la foresta, scoprendo verità nascoste, dando forza e luce a nuovi virgulti, e ponendo in una diversa prospettiva i rami conosciuti e i tronchi antichi. Il mondo si aspetta da noi la rappresentazione delle nuove idee, dei pensieri e dei drammi che gli artisti sanno trasformare in materia sensibile. La mostra di Bice Curiger ha evidenziato le ironie e le inquietudini del tempo presente così come vissute dagli artisti con la loro energia creativa permanente. Bice ha fatto un eccellente lavoro che è stato coronato da un grande successo!».

«Siamo in un’epoca in cui gli artisti sono interessati alla reciprocità – afferma Bice Curiger – e mi riferisco a come essi hanno risposto all’idea dei parapadiglioni, per esempio. Credo sia diventata interessante la sottile interazione tra opere e artisti, e lo dimostrano le performance ai Giardini con Karl Holmqvist in dialogo con Patti Smith, e con Oscar Tuazon che nel suo parapadiglione ha coinvolto il pubblico come in un palcoscenico, e ancora Franz West dal cui parapadiglione proveniva uno musica che pervadeva le Corderie. Insomma, è stato bello vedere come negli spazi dell’Arsenale e del Padiglione centrale si sia creato un ambiente molto fecondo allo scambio di energie e al dialogo». E aggiunge: «Curare la 54. Esposizione è stata un’esperienza straordinaria: a tutto lo staff della Biennale vanno i miei più sentiti ringraziamenti per la professionalità e la simpatia con cui ha sostenuto le mie scelte, senza le quali non avrei potuto perfezionare il mio progetto per la mostra».

La Biennale Arte 2011 ha visto la partecipazione di 89 Paesi (erano 77 nel 2009) e 37 Eventi collaterali promossi da enti e istituzioni internazionali e organizzati in diverse sedi a Venezia. 4 le nazioni presenti per la prima volta (Andorra, Arabia Saudita, Bangladesh e Haiti), 7 le nazioni ritornate dopo una lunga assenza (India, Congo, Iraq, Zimbabwe, Sudafrica, Costa Rica, Cuba). 83 gli artisti della mostra internazionale, di cui 62 artisti presenti per la prima volta, 32 giovani artisti nati dopo il 1975 e 32 presenze femminili.

Ha riscosso successo il Padiglione Italia organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee, e curato da Vittorio Sgarbi. Il Padiglione Venezia ai Giardini - promosso dalla Città di Venezia - ha ospitato quest’anno MARIVERTICALI di Fabrizio Plessi, in una mostra a cura di Renzo Dubbini, commissario Madile Gambier.

Numerose sono state le visite istituzionali durante la vernice e durante i sei mesi di mostra, tra Capi di Stato (7), Ministri (40) e Ambasciatori (23). In occasione della vernice l’Argentina ha firmato un accordo con la Biennale di Venezia per un nuovo padiglione permanente.



I progetti promozionali

• Biennale sessions
Dopo il successo dello scorso anno, la Biennale ha proseguito il progetto rivolto ad Università e Istituti di formazione: sono stati siglati 31 protocolli di intesa con 13 università italiane e 18 straniere dei seguenti paesi: Austria Danimarca, Francia, Germania, India, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Taiwan. 1.038 gli studenti universitari provenienti da tutto il mondo che hanno inserito la visita all’interno del loro percorso formativo e considerato la Biennale un luogo di approfondimento e di ricerca. In totale sono state organizzate dalle Facoltà partecipanti 16 seminari, mentre l’Università delle Arti Applicate di Vienna e l’Università di Aalborg, Department of Architecture Design and Media Technology, hanno organizzato due performances.

• Meetings on Art
Apprezzato dal pubblico il ciclo conversazioni con artisti, curatori, critici, scrittori e storici dell’arte, parte integrante della mostra ILLUMInazioni, che si sono svolte da luglio a novembre ai Giardini e all’Arsenale, attirando numerosi spettatori in larga parte giovani e studenti. «I Meetings sono stati il luogo della produzione di un pensiero intorno al tema ILLUMInazioni – spiega Curiger - in cui la mostra si è aperta all’approfondimento intellettuale in zone ancora inesplorate.»

Educational
42.397 (2.120 gruppi) è il totale dei partecipanti alle attività educational e ai servizi di visite guidate, con un incremento del 57% rispetto al 2009. In particolare, sono 26.494 (+53% sul 2009) i giovani e gli studenti che hanno partecipato alle attività educational, di cui 1.324 gruppi. E’ di 15.903 (+ 64% sul 2009) la cifra di adulti e di pubblico organizzato in gruppo che ha partecipato alle visite guidate. Anche quest’anno la Biennale ha potuto mettere in campo 20 operatori didattici che hanno accompagnato i visitatori nelle due sedi di mostra.

Per la prima volta è stato organizzato Biennale Bus per far fronte alle numerose richieste delle scuole che sempre più prenotano dal Veneto le attività Educational, e per agevolare quelle più periferiche e meno collegate con vie ferroviarie. Biennale Bus - organizzato dalla Biennale in occasione della54. Esposizione nell’ambito delle attività Educational che si realizzano anche grazie al sostegno della Camera di Commercio di Venezia – ha effettuato 133 corse e trasportato 6.036 studenti. Per il secondo anno consecutivo è stato garantito il Biennale Vap, servizio di navetta gratuito dalla stazione ai Giardini e viceversa che ha totalizzato 155 corse e per 7.123 studenti.


Comunicazione

• Catalogo
Il catalogo è stato realizzato da Marsilio Editori. L’offerta editoriale si è arricchita anche quest’anno di iBiennale, l’applicazione iPad dedicata alla Biennale, catalogo esteso ed interattivo della Mostra realizzato in partnership con Marsilio Editori e Log607. L'applicazione, estesa anche a iPhone eiPod touch, è stata finora scaricata da oltre 35.000 persone di cui il 45% in Italia e il 55% dall’estero; 80 i paesi coinvolti di cui top ten Italia, USA, Germania, Olanda, Svizzera, Francia, UK, Belgio, Austria, Spagna. iBiennale è disponibile su App Store.

• Web
Il sito istituzionale della Biennale (www.labiennale.org) nel periodo di apertura della mostra ha raggiunto i 1.174.509 visitatori unici, mentre La Biennale Channelnata per stimolare la creatività e favorire l’interesse per le arti contemporanee del pubblico più giovane, ha totalizzato nello stesso periodo 65.160 visitatori unici. Eccezionale il risultato della pagina di Facebook della Biennale: 59.600 i fans al 25 novembre. Alla stessa data i followers di Twitter erano 42.300.

• Media
I giornalisti che hanno visitato la mostra sono stati 4.554, di cui 3.012 di stampa internazionale e 1.542 di stampa italiana (contro i 3.774 del 2009, di cui 2.626 di stampa internazionale e 1.148 di stampa italiana) con un incremento del 20%. Vasta la rassegna che totalizza ad oggi 3.385 articoli sulla stampa scritta e sui principali siti web rispetto ai 3.155 della passata edizione (incremento del 7%). Le testate televisive accreditate durante tutta la mostra sono state 369, di cui 277 straniere e 92 italiane. La 54. Esposizione ha inoltre ottenuto la copertura di più di 70 servizi dei Tg nazionali e dei maggiori programmi di news e approfondimento delle tv straniere tra le quali: Arte TV, Euronews, France 2, France 3, France 24, ORF, ZDF, DEUTSCHE WELLE, TSR, SF, BBC, CNN.

La 54. Esposizione Internazionale d’Arte è stata realizzata anche con il sostegno Swatch, partner della manifestazione, Enel, Foscarini, Vela-Hello Venezia, Micromegas Comunicazione, Consorzio Venezia Nuova, illycaffè, Egi – Gruppo Poste Italiane, Golden Goose Deluxe Brand, Adecco, Moroso, Volume, Bellussi, Ferrovie dello Stato Italiane, Charta. Si ringraziano Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP e Geomag.

Si ringrazia Ultrafragola Channels per aver realizzato i video di tutti gli eventi che hanno caratterizzato la 54. Esposizione (Vernice e Meetings on Art) visibili nei siti www.labiennale.org e www.labiennalechannel.org

La Biennale ringrazia tutti coloro che hanno lavorato alla Mostra, gli sponsor e quanti a vario titolo hanno contribuito alla sua realizzazione e coloro che hanno consentito di mantenere alta la qualità della stessa e in primo luogo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

domenica 9 ottobre 2011

e' successo!!!!




La 54. Esposizione Internazionale d’Arte ILLUMInazioni, diretta da Bice Curiger, ha superato il 27 settembre i 251.000 visitatori (+13% sull’edizione 2009).

Sarà l'effetto Sgarbi o anche semplicemente il fascino di questa storica manifestazione.

Con 18.477 visitatori nella settimana dal 25 settembre all’1 ottobre, la Biennale Arte è attualmente la mostra più visitata in Italia.

Orari di apertura: 10-18 (chiuso il lunedì) nelle sedi espositive dei Giardini e dell’Arsenale, e in altri luoghi di Venezia.

venerdì 19 agosto 2011

20.000 visitatori

Abbiamo raggiunto i 20.000 visitatori, spero che sia stato utile a molti e attendo commenti, critiche e osservazioni.

mercoledì 29 giugno 2011

Raccogliendo emozioni - Mostre nei musei veneziani



La città di Venezia offre un raro esempio di rete museale articolata in differenti spazi e luoghi con incredibili raccolte d’arte. In occasione degli eventi della Biennale questo ricco patrimonio viene sollecitato da interventi espositivi paralleli che ne accrescono il valore e attivano nuove attenzioni sulle singole raccolte.

La Fondazione dei Musei Civici di Venezia ha coordinato per quest’anno ben 8 mostre, distribuite nei diversi musei della rete.

Nei giorni della Biennale ne ho visitati alcuni. Ho iniziato dall’iniziativa che ha visto la cooperazione fra la Fondazione Axel-Vervoordt e Palazzo Fortuny che ha prodotto in questi ultimi anni una serie di mostre di grande fascino e di eccellente qualità espositiva. Anche in questa occasione si conferma con l’evento “Tra” proponendo un melange culturale / artistico di grande respiro temporale.

Attraversando le diverse stanze di questo meraviglioso edificio lo sguardo è sollecitato da continui stimoli di straordinaria bellezza che vanno da un pezzo di legno intagliato del II millennio A.C. a una scultura di Alberto Giacometti, dal delicato Torso di Buddha proveniente dalla Thailandia al Poupee di Pascale Tayou. Un percorso senza una linearità rigida, ma che, con continui cambiamenti culturali, offre intense emozioni.

A Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano trovano una perfetta ospitalità le sculture di Barry X Ball che sono del tutto integrate con la ricca collezione di opere venete. La qualità del materiale e le scelte espressive delle opere di Barry X Ball sono riccamente partecipi delle sensibilità esposte in questi ambienti. La particolare tecnica di realizzazione, che unisce tecnologie tridimensionali alla tradizione scultorea manuale, sono affascinanti presenze barocche contemporanee.

Julian Shabel presenta nel grande Salone da Ballo del Museo Correr alcuni giganteschi lavori che nel loro stupendo gesto cromatico sono una continuità dei decori floreali dell’edificio. S’incontra poi in una sala neoclassica il ritratto della sua attuale compagna, posto come una presenza viva ed intensa. Il percorso espositivo prosegue poi al piano superiore dove in un susseguirsi di stanze si percorre la storia di questo grande artista contemporaneo, con alcune delle sue opere più note, attraversando diversi media e tecniche, giungendo fino a gli intensi lavori più recenti.

Nel Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume a Palazzo Moncenigo è stata ideato l’ evento dal titolo “Ruth Adler Schnee. A passion for color”, che presenta i meravigliosi tessuti disegnati da Ruth Adler Schnee, artista tedesco-americana approdata a Detroit dopo la fuga dalla Germania nazista, che ha dedicato la sua intera carriera alla ricerca e alla creazione di tessuti dalle molteplici forme, trame, e combinazioni di colori.

Un’altra interessante mostra presso Ca’ Pesaro - Museo di Arte Moderna di Pier Paolo Calzolari articolata nel grande salone d’ingresso e al terzo piano, un’occasione antologica ricca di opere simbolo del noto percorso di questo artista. Presso la sala 10 è anche visibile il progetto video “E’ amore “ di Anita Sieff.

Da un paese all’altro tutto il mondo dell’arte nei Giardini



Ripercorriamoli ora I Giardini con le mie sensazioni, a cui spero di registrare le vostre.

Nelle belle giornate dei primi di Giugno l’atmosfera era particolarmente piacevole e stuzzicante.

Il Padiglione Spagnolo con l’articolato progetto-evento di Dora Garcia suscita interesse anche se il tutto risulta difficile da capire e richiede come altri un tempo che in realtà sfugge, ma soprattutto domande sul fatto che gli artisti non sono sociologi o presunti docenti di populismo.

Accanto il Belgio con Angel Vergara e la curatela di un altro artista, Luc Tuymans, mi delude un poco l’idea del progetto si consuma su una serie di opere che sono presentate da un video che rende tutto molto scolastico.

Segue l’Olanda con una particolare collettiva composta da EventArchitectuur (Herman Verkerk e Paul Kuipers), Yannis Kyriakides, Maureen Mooren, Joke Robaard, Johannes Schwartz e Barbara Visser che producono uno spazio articolato che sa più di architettura che di arte, anche qui tante parole per poca fisicità.

In fronte il Padiglione della Finlandia, progettato da Alvar Aalto nel 1956, con Vesa-Pekka Rannikko che propone una stratificazione elegante di video.

L’Ungheria con l’opera “Crash” dell’artista Hajnal Németh mi piace, il mix di media e di forma è legato da un tema doloroso ma ben gestito.

Attraversando il canale si giunge al Padiglione del Brasile su cui Artur Barrio interviene in modo articolato ma troppo residuale.

Forse quello che più mi ha soddisfatto il Padiglione dell’Austria, con i lavori di Markus Schinwald curioso e ben strutturato labirinto di forme e idee.

La Serbia con “Light and darkness of the symbols” di Todosijevic Dragoljub Raša e troppo statica e cupa.

L’Egitto con Ahmed Basiony è forse il momento più realista e forte di tutti i paesi partecipanti, vita vera che purtroppo si racconta nel dolore della scomparsa.

La Polonia con il richiestissimo Yael Bartana e il suo progetto “… and Europe will be stunned” non mi soddisfa particolarmente, ovvio e fintamente enfatico.

Il Padiglione della Romania con Performing History di Ion Grigorescu, Anetta Mona Chisa, Lucia Tkacova risulta dopo quello polacco ancor più banale.

Problema code ...

Qui spesso per poter accedere si doveva fare coda, situazione che si ripeteva anche per il padiglioni Usa, Inghilterra, Giappone e a volte per quello della Germania.

Questo un annoso capitolo che prima o poi si spera di affrontare in modo intelligente.

Non si può pensare di far visitare un evento con code che durano anche oltre l’ora.

Forse sarebbe più sensato ampliare i giorni della vernice, da tre ad almeno a quattro, visto che gli eventi sono più che raddoppiati, come anche gli accrediti. Si parla di oltre 6.000 ingressi al giorno nei giorni di vernissage.

Tanto più se come si è vociferato i collezionisti per poter entrare hanno pagato quote singole di 200 euro.

Sul Padiglione Venezia con le barche di Fabrizio Plessi si conferma che il nostro paese parla sempre delle stesse vecchie trite cose, senza dare spazio al futuro. Questo artista da anni presente in qualche modo alla Biennale propone opere sempre uguali, belle ma pur sempre noiose.

Il Padiglione Greco con l’intervento minimalista di una piscina ideata da Diohandi è troppo assente.

Tornando nell’area principale si trova il Padiglione d’Israele con i lavori di Sigalit Landau, che sono presentati in modo confuso. Va un poco meglio al Padiglione Usa col duo Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla che progettano una serie di opere legate dal tema della gloria, ma sicuramente già il bancomat/organo ha avuto successo e per un ipotizzato 1,000,000 di euro pare già aver trovato un acquirente.

Uruguay con gli artisti Alejandro Cesarco, Magela Ferrero, ennesimo caso di eccessiva rarefazione dell’opere.

Repubblica Ceca e dalla Slovenia che offre l’intervento di Dominik Lang che non mi piace per nulla, in quanto molto brutto e poco interessante, come il Padiglione dell’Australia con una rarefazione al limite del banale di Hany Armanious, molto più carina la sua borsa.

Nel Padiglione francese è ospitato Christian Boltanski che presenta un articolato progetto dal titolo “Chance” che tratta di destino e vita, ma forse con questi troppo pesanti e poco lirici.

L’Inghilterra enfatizza un mediocre lavoro di Mike Nelson con un intervento troppo simile a quello di Gregor Schneider per la Germania del 2001 con cui vinse il Leone d’oro.

Dignitoso il Padiglione del Canada con Steven Shearer. Articolato ma troppo statico il Padiglione della Germania con un ricordo a Christoph Schlingensief,

Meglio quello del Giappone con le animazioni video di Tabaimo in uno spazio per studiato. Un poco confuso ma interessante il Padiglione della Corea che sparge opere di Lee Yongbaek. Potenziale non ben competato per il Padiglione della Russia con l’evento “Empty Zones” Andrei Monastyrski e the ‘Collective Actions’ Group (Nikita Alexeev, Elena Elagina, Georgy Kizevalter, Igor Makarevich, Andrei Monastyrski, Nikolai Panitkov, Sergei Romashko, Sabine Hänsgen). Frammentato ma sufficiente il Padiglione del Venezuela, Francisco Bassim, Clemencia Labin, Yoshi. Ovviamente confuso e stratificato

Padiglione della Svizzera che ha proposto l’estetica critica di un Thomas Hirschhorn sempre più attuale.

Il grande Padiglione della Svezia con Fia Backström e Andreas Eriksson risulta troppo vuoto.

Nel Padiglione della Danimarca una grande varietà di espressioni alquanto ironiche con gli artisti Agency, Ayreen Anastas e Rene Gabri, Robert Crumb, Zhang Dali, Stelios Faitakis, FOS, Sharon Hayes, Han Hoogerbrugge, Mikhail Karikis, Thomas Kilpper, Runo Lagomarsino, Tala Madani, Wendelien van Oldenborgh, Lilibeth Cuenca Rasmussen, Taryn Simon, Jan Švankmajer, Johannes af Tavasheden, Tilman Wendland.

Un mondo di dubbi fra Palazzo Grassi e la Punta della Dogana




La Fondazione François Pinault a Venezia gestisce due stupendi spazi; un antico e storico edifico affacciato sul Canal Grande, Palazzo Grassi, e da due anni la stupenda Punta della Dogana, che fece ristrutturare in modo fantastico, coinvolgendo l’architetto Tadao Ando, responsabile anche del rinnovamento dell’antico Palazzo a campo San Samuele.

Le prestigiosi sedi presentano due eventi complementari; un’elegante mostra fra presente e passato alla Punta della Dogana e una più attenta alle diversità delle forme espressive diffuse nel globo odierno a Palazzo Grassi.

Iniziamo a scrivere del primo che nei grandi e ariosi spazi, nell’estremità che si affaccia sulla laguna, offre tantissimi lavori raccolti sotto il titolo "Elogio del Dubbio. Eloge du Doute. In Praie of Doubt". La selezione delle opere è stata fatta dalla curatrice della Fondazione, Caroline Bourgeois, che ha ideato un percorso di emozioni in bilico fra certezze e turbamenti, bellezza e instabilità. Così sono raccolte oltre sessanta opere, metà delle quali mai esposte al pubblico, realizzate in questi ultimi decenni da noti artisti internazionali, alcuni già presenti con altre opere nella precedente esposizione.

Nel suo complesso una mostra interessante con alcuni pezzi veramente suggestivi come le istallazioni di Chen Zhen e il fragile "Well and Truly" di Roni Horn, ma molti altri sono i pezzi che possono condividere questo leggero filo dell'inadeguatezza della condizione umana, nel nostro difficile quotidiano.

Il dubbio è una forza limitatrice, ma anche propositrice di nuove soluzioni e cambiamenti, in tal modo le tante opere si muovono fra critica e percezione.

Alcune tentano anche ipotetiche trasformazioni come lo stupendo abito da sposa di David Hammons.

Altri, come i lavori di Dan Flavin, Subodh Gupta, Thomas Houseago, Donald Judd, Edward Kienholz, Julie Mehretu (con un'opera site specific), Bruce Nauman, Sigmar Polke, Elaine Sturtevant sono intensi momenti nel dare fisicità al nostro sperare e sopravvivere in questi giorni fragili e incerti.

Realizzato appositamente per questa mostra “ Notes pour une costruction“ di Tatiana Trouvé, raggiunge l’obiettivo perfetto al titolo, condividendo con le assenze dei suoi lavori, tracciati dal materiale di sostegno, un sottile ed impalpabile disagio esistenziale, una complessa e rarefatta paura nell’essere coinvolto in questo flusso di vita presente.

Altro registro a Palazzo Grassi, con l’evento "Il Mondo vi appartiene" che mette in esposizione una realtà artistica sulle attuali trasformazioni geografiche sociali.

Allestita sempre col medesimo rigore e professionalità, che in certi casi rischia di rendere troppo algido la percezione. La mostra è ben articolata fra pezzi di grande rilievo e notorietà con opere più nuove e meno conosciute, forse quelle più interessanti.

L’inizio è subito, nel grande ingresso, con due opere di grandi dimensioni la calda e morbida istallazione di Joana Vasconcelos e il noto Balloon Dog (Magenta) di Jeff Koons.

Si prosegue poi nei diversi piani con piacevoli incontri, alcuni già visti proprio a Venezia come le opere di Francesco Vezzoli, altre nuove e affascinanti, come la stupenda istallazione di Loris Gréaud, con una foresta ancestrale e misteriosa nel magnifico salone del primo piano. Conquistano anche lavori più “classici” come “Respirare l’Ombra – foglie di Tè” di Giuseppe Penone. Mi è piaciuto molto anche l’intervento di Farhad Moshiri, con “Life is Beautiful”, che usando centinaia di coltelli, scrive il titolo dell’opera sull’immacolato muro.

Eventi paralleli alla Biennale





Eventi veneziani durante la Biennale





Eventi veneziani





Le Festin de Chun-Te presso la Scaletta dei Battioro




Passeggiando per eventi veneziani