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mercoledì 29 maggio 2013

Panoramica dei Giardini + l'Italia



Entrando nei giardini della Biennale si incontra subito nella prospettiva del viale verso il grande Palazzo  Espositivo, il Padiglione della Spagna che quest’anno accoglierà l’intervento in forma di accumulo di Lara Almarcegui. 

Segue Il Belgio con la nota artista Berlinde De Bruyckere, uno dei padiglioni più attesi. 

Accanto l’Olanda con Mark Manders con un lavoro più antropologico. 

In fondo conclude la prospettiva lo spazio che ospiterà il progetto espositivo di Massimiliano Gioni “Il Palazzo Enciclopedico”. 

Sul lato destro del grande Palazzo Espositivo c’è il piccolo Padiglione della Finlandia, progettato da Alvar Aalto, che ospiterà l’intervento “Falling Trees” ispirato dalla caduta di una pianta su questo storico padiglione, il progetto è dell’artista Antti Laitinen, con la curatela del Collective Gruppo 111 (Marko Karo, Mika Elo, Harri Laakso). Il progetto prosegue nel Padiglione Nordico. 

Dietro quello dell'Ungheria con l'opera di Zsolt Asztalos legato al tema delle bombe. 

Sul lato opposto s’incontra il Padiglione d’Israele che ospiterà il progetto The Workshop di Gilad Ratman, il più giovane artista israeliano che agisce in questi spazi. Sarà realizzata un’istallazione site-specific composta da video, suoni e interventi fisici, sul tema della clandestinità sociale. 

Segue l'Uruguay con Wifredo Díaz Valdéz e poi nel boschetto quello dell’Australia con Simryn Gill e delle repubbliche Ceca e Slovacchia con il lavoro “Still the same place” di Petra Feriancova e Zbynek Baladran. 

Attraversiamo ora il ponte e ci troviamo in un’area molto simmetrica, al centro il Padiglione del Brasile con una collettiva composta da artisti del passato e del presente; Hélio Fervenza, Odires Mlászho, Lygia Clark, Max Bill, Bruno Munari. 

Proseguendo sul lato destro il Padiglione dell’Austria con l’opera in forma di film di Mathias Poledna. 

Poi il grande blocco che riunisce varie nazioni, iniziamo con la Serbia che avrà l’intervento di Vladimir Peric, Miloš Tomic dal titolo “Nothing Between Us” 

Poi l’Egitto con l’intervento “Treasuries of Knowledge” di Mohamed Banawy e Khaled Zaki. 

Il Padiglione Venezia che promuove la realtà territoriale con una mostra di artisti internazionali riuniti sul tema della “via della seta”. 

Seguono la Polonia con “Everything Was Forever, Until It Was No” di Konrad Smolenski. 

Subito dopo c'è la Romania con le opere di Alexandra Pirici e Manuel Pelmus. 

Conclude la Grecia con “History Zero” di Stefanos Tsivopoulos.

Riprendiamo il nostro giro dal padiglione della Gran Bretagna che da sempre si presente divisa nelle sue quattro componenti, l’Inghilterra, la Scozia il Galles e l’Irlanda nel Nord, l’Inghilterra è l’unica ad avere uno spazio presso i Giardini della Biennale mentre le altre hanno tutte degli spazi nei sestieri di Venezia. Nei giardini esporrà l’artista Jeremy Deller che sta allestendo un lavoro particolarmente ironico. Il Galles ha trovato spazio presso la Chiesa di San Lorenzo, nel sestiero di Castello dove esporrà Bedwyr Williams. Mentre la Scozia proporrà Duncan Campbell, Corin Sworn and Hayley Tompkins nel glorioso palazzo Pisani. L’Irlanda presenterà l’opera di Richard Mosse presso il suggestivo Fondaco Marcello, dietro a Palazzo Grassi. 

Accanto un poco defilato sulla destra c’è una moderna struttura che ospita il Canada. Qui sarà ospitato il lavoro di Shary Boyle, un’artista affascinata dal mondo della ceramica. 

Poi il gioco fra la Francia, che propone l’artista Anri Sala, mentre la Germania ha attivato un cosmopolita lista che vede gli artisti: Ai Weiei, Dayanita Singh, Santu Mofokeng, Romuald Karmakar. Se da una parte l’idea pare interessante, la cosa pare un poco datata visto che oggi la sovra-nazionalità è un fatto reale che il sistema arte pare già aver superato e che qui è più un fatto politico. 

Invece il vero cambiamento, la multimedialità, risulta ancora molto lontano, ma questo per il fatto che ancora oggi l’arte è un prodotto da vendere e non un fatto culturale da diffondere. 

Gli stati Uniti, dopo la pesantezza della scorsa edizione, offriranno l’intervento site-specific di Sarah Sze, che normalmente opera con voluminose rarefatte “sculture”, quella che si realizzerà qui avrà il titolo di "Triple point". 

Giungiamo al Padiglione della Corea che quest’anno vede la partecipazione di Kimsooja, con un progetto legato al tema delle calamità naturali e sulla percezione prospettica a questi incredibili eventi. 

Subito dopo il Giappone ci sarà il lavoro di Koki Tanaka, artista poco conosciuto da noi, che da sempre opera con la multimedialità, presenterà per l'occasione un'installazione video sul tema urbano. 

In uno stile molto classico incontriamo il Padiglione Russo che proporrà Vadim Zakharov, che aveva già partecipato nel 2001. 

Segue quello del Venezuela con un collettivo di Artisti Urbani. 

Modernista il grande spazio della Svizzera che vedrà l’intervento di Valentin Carron. 

Conclude la serie sul vialone principale il Padiglione della Danimarca con un intervento di Jesper Just che realizzerà in collaborazione con Project Projects.

Quello italiano, che sarà nella zona finale dell’Arsenale, denominata Tesa delle Vergini, sarà sicuramente più ordinato della precedente edizione, e vedi la partecipazione degli artisti: Francesco Arena, Massimo Bartolini, Gianfranco Baruchello, Elisabetta Benassi, Flavio Favelli, Luigi Ghirri, Piero Golia, Francesca Grilli, Marcello Maloberti, Fabio Mauri, Giulio Paolini, Marco Tirelli, Luca Vitone, Sislej Xhafa. L’impressione è di una normale mostra di figure che operano da diversi anni con un certo percorso, nessuna primeggia per particolari capacità, a parte i più vecchi e datati, proposti più come un omaggio che per significativi elementi contemporanei. Il curatore, Bartolomeo Pietromarchi, ha strutturato un progetto dialettico tipo dialogo/confronto” tematico che presenta una certa tranquillità, molto interessante l’idea di attivare una colletta (http://viceversa2013.org/it/crowdfunding-artisti-opere-arte/) per la raccolta di fondi per coprire parte delle spese, anche se visto che si realizzeranno delle opere non capisco perché queste non possono essere vendute per sovvenzionare le edizioni future, in un gioco di supporto fra presente e passato. Comunque il budget è di 600.000 euro, che non è in questi tempi di crisi, poca cosa. 


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