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domenica 27 gennaio 2019

Prossimamente Biennale




Ralph Rugoff, da diversi anni direttore della storica Hayward Gallery di Londra, è stato nominato l’anno scorso come curatore del progetto principale della Biennale.


In questi ultimi anni le proposte dei precedenti curatore dei progetti curatoriali sono state molto auliche ma anche spesso noiosette.

Per questa edizione è stato scelto il titolo "May You Live in Interesting Times", un’espressione della lingua inglese che è stata a lungo erroneamente attribuita a un’antica maledizione cinese, che evoca periodi di incertezza, crisi e disordini; “tempi interessanti” appunto, come quelli che stiamo vivendo.

Ralph Rugoff spiega così la sua scelta:
«In un'epoca nella quale la diffusione digitale di fake news e di "fatti alternativi" mina il dibattito politico e la fiducia su cui questo si fonda, vale la pena soffermarsi, se possibile, per rimettere in discussione i nostri punti di riferimento. In questo esempio specifico, si dà il caso che non sia mai esistita un "antico anatema cinese", nonostante i politici occidentali lo citino nei loro discorsi da oltre un secolo. Questa espressione, pur essendo frutto dell’immaginazione, un surrogato culturale, ha avuto però un effetto reale nella retorica e nel dibattito pubblico. Tale artefatto di incerta natura, sospetto ma anche ricco di significati, apre a potenziali percorsi di approfondimento che vale la pena perseguire, soprattutto in questo momento storico in cui i "tempi interessanti" che invoca sembrano essere di nuovo con noi. Per questo la 58. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia prenderà il titolo da un falso anatema.»
«La 58. Esposizione Internazionale d'Arte non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell'arte che includa sia il piacere che il pensiero critico.»


Come da copione l’elenco degli artisti selezionati non è ancora stato reso pubblico, ma molto fa pensare che potrebbero esserci molti degli artisti che il curatore inglese da diversi anni segue e propone nei suoi progetti, come Ed Ruscha, Jeremy Deller, Carsten Holler e George Condo. Nomi alquanto celebri che sicuramente potrebbero essere anche garanti di progetti di un certo spessore.

Gli spazi dell’Arsenale e del Padiglione Centrale sono sempre molto difficili da allestire.

L’Arsenale è uno incredibile luogo dalla scomoda forma di un lungo corridoio mentre il Padiglione dei Giardini è una serie di stanze che si succedono in modo anomalo, per cui non sono facili da gestire per gli allestimenti curatoriali. 

Ma attendiamo ancora alcune settimana e scopriremo questa nuova emozionante edizione della Biennale Arti Visive di Venezia.



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