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venerdì 28 giugno 2019

Jannis Kounellis a Venezia alla Fondazione Prada






Molto ben allestita e con validi pezzi la grande retrospettiva che Germano Celant ha realizzato su Jannis Kounellis (Pireo 1936 - Roma 2017), alla Fondazione Prada presso Ca’ Corner della Regina.



Sono ben proposto 60 lavori, che coprono la sua produzione dal 1959 al 2015, selezionati dalle più importanti collezioni e musei italiani e internazionali, come la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi o il  Walker Art Center di Minneapolis.

La mostra si articola nei diversi spazi con una ottima presentazione e un accurato apparato informativo.



Fra le opere più suggestive ci sono le installazioni " Senza Titolo (Tragedia Civile)" che l'artista greco ha realizzato con una parete ricoperta di foglia d'oro affiancata da un attaccapanni con degli indumenti scuri e una lampada accesa o la grande infilata di armadi appesi al soffitto centrale che rafforzano il contrato fra le storiche stanze del palazzo e il linguaggio puro che l'artista ha sempre seguito.

Opere che manifestano il grande impegno e la continuità di Jannis Kounellis  che ha saputo sviluppare una sua poetica forte ed emotiva.


Fondazione Prada Ca’ Corner della Regina, Santa Croce 2215 Venezia
Fino al  24/11/2019
Orario:  10:00 - 19:00
Info   www.fondazioneprada.org















giovedì 27 giugno 2019

Personal Structures


 

Si potrebbe definire l’altra Biennale l’articolata proposta che da diversi anni in “Personal Structures”organizzata nelle sedi di Palazzo Mora, Palazzo Bembo e Giardini della Marinaressa, da European Cultural Centre.


Ovviamente snobbato da tutti i fighetti simil curatori/artisti, ma c’è di tutto e di più, che dire, alcune cose mi sono anche piaciute, se non volete pagare un biglietto ma volete vedere tante forme espressive questa è la mostra perfetta per voi.
 

Regalano anche un mastodontico catalogo che può sempre servire per riempire un angolo della vostra biblioteca.






giovedì 20 giugno 2019

Banalità artistica





Il Museo Correr ospita nella Sala delle Quattro Porte il recente lavoro di Chiara Dynys, “Sabra Beauty Everywhere”, che trasforma in forma di icone una serie di fotografie documentative del complesso problema dei campi di Sabrae Shatila, alquanto bruttini e mal proposti in un contesto che non tiene conto del senso storico della pittura presente ma che cerca il solito escamotage del problema sociale per non fare arte ma possibile sensibilizzazione.

 

Personalmente non penso che un artista ancora oggi debba agire in questo modo, oramai queste azioni “artistiche” sono datate e penso assolutamente inutile, anzi rischiano di essere una semplice occasione per trovare visibilità autoreferenziale.


mercoledì 19 giugno 2019

Il fascino della creatività


 


Per tutti gli appassionati di bellezza e design non devono perdersi la bella esposizione realizzata col titolo “Dysfunctional”nella storica Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’d’Oro.




La Carpenters Workshop Gallery, con la collaborazione di Swiss private bank Lombard Odier, presentano una bella serie di “opera” di abili artigiani internazionali.




In tutto sono proposti 21 artisti selezionati per le loro capacità di unire bellezze e innovazione in stupendi manufatti, come i "tree-like" ideati da Nacho Carbonell, presenti nella corte del palazzo, o le bellissimi “bolle di sapone” di Verhoeven Twins.



  

 

Fra pittura e concettualismo




 Come sempre doppia la proposta della Fondazione Pinault che negli spazi della Punta della Dogana propone il progetto espositivo "Luogo e Segni".


Mentre nel l'elegante Palazzo Grassi c’è una grande monografia su Luc Tuymans.

Due progetti molto fragili, quello alla Punta della Dogana, per il rivedere opere già proposte troppo spesso negli stessi spazi e per una serie di lavori alquanto lievi, forse troppo; alcune opere però valgono il giro in queste troppo grandi stanze, come Berenice Abbott, R.H. Quaytman, Lala Rukh e Hicham Berrada.


 

Più delicata la situazione a Palazzo Grassi dove, se due anni fa’ l’opera di Damien Hirst invadeva perfettamente questi luoghi, ora tutto pare così desertico.

La pittura di Luc Tuymanse molto semplice, alquanto debole, i soggetti delle opere non trasmettono emozioni, forse sono quadri perfetti per stanze contemporanee, dove tutti guardano sicuramente i pc o i nuovi meravigliosi maxi schermi. Una lunga storia di pittura che come il precedente Rudolf Stieghel, se non fosse per l’ottima campagna di sostegno delle gallerie, non se li filerebbe nessuno.

Dai tempi di Bacon non si vede più innovazione in pittura, forse qualche manierista, ma nessuno che sappia dare alla pittura freschezza e modernità.


L’attuale riscoperta di questa tecnica mette ancora più in evidenza questo limite, tanti pittori mediocri ma ben promossi che invadono gli spazi espositivi con opere che già pochi mesi dopo sono dimenticate, la stessa Biennale di quest’anno propone una caterva di bruttissimi quadri.

Tornando alla mostra ho trovato carina l’idea del mosaico d’ispirazione dolorosa, ma non bastano le intense tematiche a salvare nel complesso la mostra.

Per avere un minimo di senso basta che andiate a Ca’ Pesaro e vedendo la mostra su A.Gorky capirete che un quadro non è solo un oggetto ma una parte del vivere di un essere umano.




 



















Prossimamente a Parigi ... 










giovedì 13 giugno 2019

George Baselitz alle Gallerie di Venezia


 


Per la prima volta le Gallerie dell’Accademia ospitano un artista vivente, si tratta dei lavori di George Baselitz, grande appassionato dell’arte italiana, da quando molto giovane frequentò, grazie ad una borsa di studio, la Villa Romana, a Firenze, scoprendo gli artisti rinascimentali, tra cui i suoi amati Rosso Fiorentino e Jacopo da Pontormo.




Mostra ben curata e con grandi opere proposte in una successione storica. Sono proposte quasi un centinaio di lavori che coprono la sua lunga carriera artistica, un percorso di grande coerenza e qualità.


Un bel viaggi pittorico di un grande artista che ha seguito la sua passione nel tempo con grande costanza.