martedì 30 gennaio 2024

San Marino


Lo Stato di San Marino presenta un artista americano Eddie Martinez Martinez, conosciuto soprattutto come pittore, esporrà dipinti, disegni e sculture. La sua mostra, “Nomader”, sarà curata da Alison M. Gingeras, organizzata dall'Istituto d'Arte Contemporanea FR, e commissionata dall'ex capitano reggente della San Martino Paolo Rondelli, titolo della mostra sarà “Nomader” .

mercoledì 24 gennaio 2024

News dal Padiglione Svizzera

 
Image: “Roma Talismano” still image, photo by Guerreiro do Divino Amor & Diego Paulino, with performers Ventura Profana, Adriana Carvalho and Amanda Seraphico, 2023 

The Swiss Pavilion at the 60th International Art Exhibition – La Biennale di Venezia, commissioned by the Swiss Arts Council Pro Helvetia, presents the exhibition “Super Superior Civilizations” by Swiss-Brazilian artist Guerreiro do Divino Amor, curated by Andrea Bellini.

The Swiss Pavilion exhibition presents the sixth and seventh chapters of Guerreiro do Divino Amor's monumental "Superfictional World Atlas" saga: The Miracle of Helvetia and Roma Talismano. The "Superfictional World Atlas" is a worldwide cartographic project, allegorical in nature and potentially infinite in scope, which the artist has been dedicated to for nearly two decades. Through his studies and research in experimental architecture, Guerreiro do Divino Amor's artistic practice questions the relationship between urban space and collective imagination, between architecture and ideology, and between political propaganda and national identity. 

In the Swiss Pavilion, Guerreiro aims at creating the most complex and ambitious installation of his career so far: a total, immersive work of art, littered with classical architectural elements — artificial symbols of an assumed Western racial superiority. Columns, fountains, and capitals, along with large surfaces of fake marble textures, suggest an imagery of power and supremacy and serve as the backdrop for the Pavilion's two main installations. 

The Miracle of Helvetia, a video that stages a grand allegory of Switzerland, represented as a miraculous and "super-fictional" paradise on earth, in which nature and technology, capitalism and democracy, rusticity and sophistication are in perfect and surreal balance. A long corridor connects The Miracle of Helvetia with the installation Roma Talismano, an allegorical entity and phantasmagorical twin of Roman civilization, as well as a symbol — through the centuries — of a supposed moral, political and cultural superiority. Brazilian artist and singer Ventura Profana embodies the Capitoline wolf, a symbolic and phantasmagorical animal, that sings a song narrating the exploits of three allegorical animals: the she-wolf, the ewe lamb and the eagle. By being mythical figures in the constitution of white identity and its imagined superiority, the wolf is the universal mother from whom the superior people descend; the eagle is the symbol of Roman war supremacy; and the lamb embodies, in Christian Rome, the very idea of purity and innocence.

"The Swiss Pavilion, as envisioned by the artist, plays with the national logic of celebratory self-representation through culture, which is at the very origin of the National Pavilions at the Giardini over a century ago," says Andrea Bellini. “A curious documentarist with a baroque imagination and an extraordinary worlds builder, Guerreiro do Divino Amor invites us to laugh in a benevolent spirit at our chauvinism and at those clichés with which we represent the world and ourselves. The latter attitude seems to us of fundamental importance in a period of increasing polarisation of politics and radical oppositions such as the one we are currently experiencing."


Project team 

For the Swiss Pavilion project, “Super Superior Civilizations”, artist Guerreiro do Divino Amor and curator Andrea Bellini worked together with executive producer Larisa Oancea, director assistant Diego Paulino, musical director Beà Ayoolà, scenography producer Giovanna Bellini, technical director Pedro Zaz, sculptress Lyz Parayzo and costume designer Andy Roba, among many others. The cast includes Ventura Profana (the she-wolf), Adriana Carvalho (the eagle) and Amanda Seraphico (the ewe lamb). 

The exhibition “Super Superior Civilizations” will be accompanied by a newspaper-format publication including a conversation between Guerreiro do Divino Amor and Andrea Bellini.  

Padiglione Germania

 

Biennale Arte 2024, il Padiglione della Germania  raddoppia la sua proposta con l’artista Yael Bartana e il regista Ersan Mondtag presso il Padiglione ai Giardini e una sezione staccata presso  l’isola della Certosa, con gli artisti Michael Akstaller, Nicole L’Huillier, Robert Lippok e Jan St. Werner per un progetto declinato al sonoro.


sabato 20 gennaio 2024

Padiglione del Cile

 

Il Padiglione del Cile sarà presente, non come precedentemente all'Arsenale ma in una posizione esterna, essendo in restauro lo spazio. Parteciperà con l'intervento dell'artista Valeria Montti, di origini cilene ma residente in Svezia, curatore sarà Andrea Pacheco col supporto produttivo di Carola Chacón

Variazioni al Padiglione del Marocco


 

Da un annuncio sul profilo istagram di uno degli artisti (Safaa Erruas) che era stato selezionato per il Padiglione del Marocco, alla sua prima partecipazioni, pare che ci siano delle variazioni, attendiamo informazioni ufficiali. 

martedì 16 gennaio 2024

Wael Shawky per l'Egitto

 


L'artista Wael Shawky rappresenterà l'Egitto alla Biennale di Venezia di quest'anno.

Narratore naturale, Shawky prende riferimenti storiografici e letterari come punto di partenza per le sue narrazioni concentrate, in cui intreccia favola, realtà e finzione. Affrontando nozioni di identità nazionale, religiosa e artistica attraverso film, performance, pittura e scultura, sulla base di lunghi periodi di ricerca e indagine, Shawky inquadra la cultura contemporanea attraverso la lente della tradizione storica e viceversa.

Oltre al padiglione la galleria Lisson organizza una mostra personale di Shawky  dal titolo 'I Am Hymns of The New Temples' al Museo Palazzo Grimani di Venezia, che inaugura il 17 aprile 2024. Co-curata da Massimo Osanna, Andrea Viliani e Gabriel Zuchtriegel, la mostra è organizzata in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, nell'ambito del programma 'Pompeii Commitment. Questioni archeologiche'.

La prima del Benin

 


La Repubblica del Benin svela il titolo e il concept del suo padiglione nazionale in vista della sua prima partecipazione alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. 

La Repubblica del Benin è lieta di annunciare il titolo e il concept del suo padiglione nazionale in vista della sua prima partecipazione alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, in programma da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024. Intitolata Everything Precious Is Fragile, la mostra ripercorrerà la ricca storia del Benin approfondendo tematiche quali la tratta degli schiavi, la figura dell’Amazzone, la spiritualità e la religione Voodoo. Si addentrerà inoltre nella realtà contemporanea raccontando il pensiero Gèlèdé, incentrato sul concetto di rematriation: un’interpretazione femminista dell’idea di “restituzione”, non solo legata agli oggetti, ma anche riferita al ritorno alla filosofia e agli ideali di questa terra antecedenti all’epoca coloniale.Il curatore Azu Nwagbogu e il suo team – la curatrice Yassine Lassissi e lo scenografo Franck Houndégla – hanno selezionato quattro grandi artisti che rappresenteranno il Benin alla Biennale Arte 2024: Chloé Quenum, Moufouli Bello, Ishola Akpo e Romuald Hazoumè. Sotto la guida di Azu Nwagbogu, gli artisti racconteranno il femminismo africano ponendo l’accento sulla sua declinazione in Benin. Come afferma José Pliya, committente del padiglione, “il Benin parteciperà così al grande ‘appuntamento del dare e del ricevere’, per citare Léopold Sédar Senghor”. Con la sua presenza all’evento, il Benin dimostra il suo impegno nel promuovere attivamente il proprio scenario artistico e culturale. La scelta di prendere parte alla Biennale Arte 2024, inoltre, è in qualche modo connessa alla recente restituzione, avvenuta nel 2021, di 26 tesori sottratti alla famiglia reale all’epoca della colonizzazione francese del regno di Danxomè. Sulla scia di questo avvenimento, la mostra Art du Bénin d’hier et d’aujourd’hui, de la restitution à la révélation (Arte del Benin di ieri e di oggi, dalla restituzione alla rivelazione), allestita a Cotonou e attualmente riproposta in diversi Paesi, ha preparato il terreno per la partecipazione del Benin alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Il Padiglione del Benin alla Biennale Arte 2024 è gestito dall’Agence de développement des arts et de la culture (ADAC, l’agenzia beninese per lo sviluppo dell’arte e della cultura) per conto del Ministero beninese del Turismo, della Cultura e delle Arti.Concept curatoriale:Il curatore Azu Nwagbogu e il suo team, composto da Yassine Lassissi e Franck Houndégla, hanno individuato quattro tematiche legate alla storia e alla cultura del Benin: la schiavitù, la figura dell’Amazzone, la filosofia Gèlèdé e la religione Voodoo. A unire questi temi, il fil rouge del femminismo africano e, nello specifico, quello beninese. La spiritualità Gèlèdé, rappresentata mediante l’uso di maschere, simboleggia il potere spirituale delle madri nella società beninese, mentre il soggetto iconico dell’Amazzone riporta alla memoria il potere politico e militare di cui godevano le donne ai tempi del regno di Danxomè. Analizzando la storia della tratta degli schiavi emerge il ruolo fondamentale delle donne nella lotta contro la schiavitù: si sono infatti opposte con coraggio difendendo la loro stessa libertà. Infine, lo studio della religione Voodoo mette in luce il contributo determinante delle donne sia in veste di sacerdotesse sia come fedeli.

Moufouli Bello. Avvocata convertita all’arte, Moufouli Bello ha scelto il linguaggio artistico come mezzo di esplorazione delle identità e dei costrutti sociali. Giovane esponente delle arti visive e digitali, si è formata a Le Fresnoy - Studio National des arts contemporains ed è attualmente impegnata in un dottorato di ricerca nel campo delle arti visive. È nota principalmente per i suoi dipinti figurativi: ritratti di grandi dimensioni raffiguranti figure femminili di tonalità brillanti su sfondi di colore blu acceso.
Chloé Quenum (nata a Parigi nel 1983)Dopo il diploma all’École nationale supérieure des beaux-arts de Paris, conseguito nel 2011, Chloé Quenum ha studiato Antropologia della scrittura all’École des hautes études en sciences sociales (EHESS). Il suo lavoro affronta in maniera sottile e poetica questioni politiche, sociali e legate all’ecologia.
Ishola Akpo (nato nel 1983, attualmente vive a Cotonou, nel Benin)Ishola Akpo è un artista visivo che sperimenta con diversi mezzi unendo tradizione e modernità, per dare vita a una varietà di metafore. Il confine tra realtà e finzione, tra identità fisse e plurime, rimane il punto focale del suo lavoro.
Romuald Hazoumè (nato nel 1962, attualmente vive a Cotonou, nel Benin)Apprezzato in tutto il mondo per le sue maschere, realizzate con taniche di benzina in plastica usate, Romuald Hazoumè è un artista impegnato socialmente; le sue opere sono saldamente radicate nel contesto socio-politico e culturale del Benin e del mondo globalizzato. Le maschere di Hazoumè veicolano un messaggio forte, che rappresenta le taniche come veri e propri oggetti iconici di Porto Novo, mentre le sue installazioni sono sempre dense di significato e rivelano profonde intuizioni sul mondo.

Il team del padiglione:José Pliya (Commissario): Letterato, drammaturgo e regista teatrale, José Pliya è responsabile del turismo, dell’arte e della cultura per conto del Presidente della Repubblica del Benin.Azu Nwabogu (Curatore): Fondatore e direttore della African Artists’ Foundation (Fondazione degli artisti africani - Lagos, Nigeria) e fondatore del LagosPhoto Festival.Yassine Lassissi (Team curatoriale): Direttrice del dipartimento di Arti Visive presso l’Agence de développement des arts et de la culture (ADAC) e storica dell’arte.Franck Houndégla (Team curatoriale): Scenografo e designer con un dottorato in architettura, è specializzato nella realizzazione di mostre e nell’allestimento di musei, luoghi dedicati alle performance e spazi abitativi. NotaLa prima partecipazione del Benin all’Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia è in linea con il tema della 60a edizione, curata da Adriano Pedrosa, Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere, una tematica che invita all’accettazione della pluralità identitaria e che celebra la capacità di oltrepassare i confini. L’esplorazione del femminismo africano da parte del Benin rende omaggio alla poliedricità delle donne e si propone di immaginare un mondo in cui la diversità sia considerata fonte di ricchezza e forza.

giovedì 11 gennaio 2024

Artefici del nostro tempo

 


Nebula



La Fondazione In Between Art Film annunciare Nebula, una nuova mostra collettiva che aprirà al pubblico il 17 aprile 2024 al Complesso dell’Ospedaletto a Venezia in occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia.
 
Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Nebula presenterà otto nuove video installazioni site-specific commissionate a Giorgio Andreotta Calò (1979, Italia), Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme (1983, Cipro/1983, USA), Saodat Ismailova (1981, Uzbekistan), Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado (1974, Brasile/1973, Brasile), Diego Marcon (1985, Italia), Basir Mahmood (1985, Pakistan/Paesi Bassi), Ari Benjamin Meyers (1972, USA) e Christian Nyampeta. Tutte le otto opere sono commissionate e prodotte da Fondazione In Between Art Film, l’iniziativa concepita e presieduta da Beatrice Bulgari per promuovere la cultura delle immagini in movimento e sostenere gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media.
 
Nebula, che in latino significa “nuvola” o “nebbia”, è il secondo capitolo di una serie di mostre organizzate dalla Fondazione a Venezia e continua quell’esplorazione degli stati della visione e della percezione extra-visiva già iniziata nel 2022 con Penumbra. La Fondazione torna al Complesso dell’Ospedaletto e ne trasforma nuovamente gli spazi: il risultato è un’architettura sensoriale che ingloba la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, la sala affrescata della musica e l’antica farmacia, e che svela un’ala mai aperta al pubblico della casa di riposo moderna.
 
Nebula amplifica il dialogo narrativo e spaziale tra il medium della video installazione e l’architettura che la ospita. Le opere sono state appositamente commissionate per la mostra e concepite dagli artisti in stretta relazione strutturale, visiva e sonora con gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto. Sviluppata nell’arco di due anni, Nebula conferma la metodologia della Fondazione che, attraverso progetti espositivi ambiziosi imperniati sulla commissione e produzione di opere di immagini in movimento, offre agli artisti supporto curatoriale e produttivo di lunga durata.
 
Beatrice Bulgari, Presidente della Fondazione In Between Art Film, dichiara: “È per noi un privilegio tornare a Venezia e, in particolare, al Complesso dell’Ospedaletto dopo il successo di Penumbra. È anche un’occasione per ampliare la nostra riflessione sul ruolo delle immagini in movimento nella nostra società come medium di espressione creativa. Se Penumbra guardava all’oscurità come soglia tra la luce e il buio, Nebula va oltre questa dicotomia utilizzando una metafora ampia come quella della nebbia, che rende tutto meno definito. Questo stato di nebulosità e di sospensione ci parla della possibilità dell’arte di scoprire nuove coordinate poetiche all’interno di tempi come i nostri, disorientati e disorientanti. Sono entusiasta di condividere con il pubblico internazionale della Biennale le opere degli artisti che ci hanno accompagnato in questo viaggio nell’ignoto”.
 
L’idea della mostra si ispira al fenomeno della nebbia come condizione materiale e metaforica in cui la possibilità di orientarsi tramite la vista si riduce, rendendo necessario attivare strumenti sensoriali diversi per conoscere la propria posizione e comprendere ciò che ci circonda. In questo contesto, le opere di Nebula affrontano forme di frammentazione psicologica, socio-politica, tecnologica e storica, e suggeriscono modalità per navigare il nostro tempo presente, spesso attraversato da forze che, come la nebbia, appaiono immateriali e insormontabili. Gli artisti in mostra rivolgono così l’attenzione a quegli spazi interiori e individuali che si rendono necessari di fronte a eventi che condizionano i movimenti delle esistenze. Infine, ponendo al centro del progetto allestitivo la diffusione di immagini e suoni nello spazio, Nebula propone anche una riflessione sulla produzione continua e sulla distribuzione pervasiva di sollecitazioni visive, informazioni, speranze e paure.
 
Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, della Fondazione In Between Art Film, affermano:“Ancora una volta è stata l’atmosfera unica di Venezia a ispirare l’idea su cui costruire la mostra e commissionare le otto video installazioni ad altrettanti artisti internazionali. A Venezia la nebbia diventa lo spazio liminale in cui acqua e cielo si fondono, dove la luce si fa presenza diffusa e misteriosa. È un fenomeno meteorologico che dimostra quanto possa essere fallace il nostro senso della prospettiva e la nostra comprensione di ciò che è al di fuori di noi. Grazie ai punti di vista degli artisti partecipanti, Nebula espande l’immagine del disorientamento dato dalla nebbia in una miriade di significati metaforici più ampi: dalla dimensione globale della migrazione alla percezione individuale della mortalità, dalle strutture opprimenti dell’economia alle conseguenze imponderabili della tecnologia”.
 
Ippolito Pestellini Laparelli e il suo studio milanese 2050+ sono stati nuovamente invitati a interpretare e spazializzare il progetto curatoriale attraverso la scenografia della mostra. I loro interventi di cesura e collegamento sinestetico tra le opere metteranno in scena situazioni visive, acustiche, tattili e mentali nebulose che a volte enfatizzano, altre volte celano, l’architettura originale.
 
Nebula sarà accompagnata da un simposio interdisciplinare curato da Bianca Stoppani, Editor della Fondazione In Between Art Film, che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso momenti discorsivi con curatori e intellettuali internazionali.
 
Il Complesso dell’Ospedaletto è uno spazio culturale che fa parte di Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.

lunedì 1 gennaio 2024

Novità dal Padiglione Polonia


 Il Padiglione polacco cambia l'artista selezionato,  il progetto di Ignacy Czwartos sarà sostituito da quello del collettivo Open Group, formato da Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga intitolato Repeat after me