martedì 30 gennaio 2024
San Marino
mercoledì 24 gennaio 2024
News dal Padiglione Svizzera
The Swiss Pavilion exhibition presents the sixth and seventh chapters of Guerreiro do Divino Amor's monumental "Superfictional World Atlas" saga: The Miracle of Helvetia and Roma Talismano. The "Superfictional World Atlas" is a worldwide cartographic project, allegorical in nature and potentially infinite in scope, which the artist has been dedicated to for nearly two decades. Through his studies and research in experimental architecture, Guerreiro do Divino Amor's artistic practice questions the relationship between urban space and collective imagination, between architecture and ideology, and between political propaganda and national identity.
In the Swiss Pavilion, Guerreiro aims at creating the most complex and ambitious installation of his career so far: a total, immersive work of art, littered with classical architectural elements — artificial symbols of an assumed Western racial superiority. Columns, fountains, and capitals, along with large surfaces of fake marble textures, suggest an imagery of power and supremacy and serve as the backdrop for the Pavilion's two main installations.
The Miracle of Helvetia, a video that stages a grand allegory of Switzerland, represented as a miraculous and "super-fictional" paradise on earth, in which nature and technology, capitalism and democracy, rusticity and sophistication are in perfect and surreal balance. A long corridor connects The Miracle of Helvetia with the installation Roma Talismano, an allegorical entity and phantasmagorical twin of Roman civilization, as well as a symbol — through the centuries — of a supposed moral, political and cultural superiority. Brazilian artist and singer Ventura Profana embodies the Capitoline wolf, a symbolic and phantasmagorical animal, that sings a song narrating the exploits of three allegorical animals: the she-wolf, the ewe lamb and the eagle. By being mythical figures in the constitution of white identity and its imagined superiority, the wolf is the universal mother from whom the superior people descend; the eagle is the symbol of Roman war supremacy; and the lamb embodies, in Christian Rome, the very idea of purity and innocence.
"The Swiss Pavilion, as envisioned by the artist, plays with the national logic of celebratory self-representation through culture, which is at the very origin of the National Pavilions at the Giardini over a century ago," says Andrea Bellini. “A curious documentarist with a baroque imagination and an extraordinary worlds builder, Guerreiro do Divino Amor invites us to laugh in a benevolent spirit at our chauvinism and at those clichés with which we represent the world and ourselves. The latter attitude seems to us of fundamental importance in a period of increasing polarisation of politics and radical oppositions such as the one we are currently experiencing."
Project team
For the Swiss Pavilion project, “Super Superior Civilizations”, artist Guerreiro do Divino Amor and curator Andrea Bellini worked together with executive producer Larisa Oancea, director assistant Diego Paulino, musical director Beà Ayoolà, scenography producer Giovanna Bellini, technical director Pedro Zaz, sculptress Lyz Parayzo and costume designer Andy Roba, among many others. The cast includes Ventura Profana (the she-wolf), Adriana Carvalho (the eagle) and Amanda Seraphico (the ewe lamb).
The exhibition “Super Superior Civilizations” will be accompanied by a newspaper-format publication including a conversation between Guerreiro do Divino Amor and Andrea Bellini.
Padiglione Germania
Biennale Arte 2024, il Padiglione della Germania raddoppia la sua proposta con l’artista Yael Bartana e il regista Ersan Mondtag presso il Padiglione ai Giardini e una sezione staccata presso l’isola della Certosa, con gli artisti Michael Akstaller, Nicole L’Huillier, Robert Lippok e Jan St. Werner per un progetto declinato al sonoro.
sabato 20 gennaio 2024
Padiglione del Cile
Il Padiglione del Cile sarà presente, non come precedentemente all'Arsenale ma in una posizione esterna, essendo in restauro lo spazio. Parteciperà con l'intervento dell'artista Valeria Montti, di origini cilene ma residente in Svezia, curatore sarà Andrea Pacheco col supporto produttivo di Carola Chacón
Variazioni al Padiglione del Marocco
Da un annuncio sul profilo istagram di uno degli artisti (Safaa Erruas) che era stato selezionato per il Padiglione del Marocco, alla sua prima partecipazioni, pare che ci siano delle variazioni, attendiamo informazioni ufficiali.
martedì 16 gennaio 2024
Wael Shawky per l'Egitto
L'artista Wael Shawky rappresenterà l'Egitto alla Biennale di Venezia di quest'anno.
Narratore naturale, Shawky prende riferimenti storiografici e letterari come punto di partenza per le sue narrazioni concentrate, in cui intreccia favola, realtà e finzione. Affrontando nozioni di identità nazionale, religiosa e artistica attraverso film, performance, pittura e scultura, sulla base di lunghi periodi di ricerca e indagine, Shawky inquadra la cultura contemporanea attraverso la lente della tradizione storica e viceversa.
Oltre al padiglione la galleria Lisson organizza una mostra personale di Shawky dal titolo 'I Am Hymns of The New Temples' al Museo Palazzo Grimani di Venezia, che inaugura il 17 aprile 2024. Co-curata da Massimo Osanna, Andrea Viliani e Gabriel Zuchtriegel, la mostra è organizzata in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, nell'ambito del programma 'Pompeii Commitment. Questioni archeologiche'.
La prima del Benin
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giovedì 11 gennaio 2024
Artefici del nostro tempo
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Nebula
Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente Direttore Artistico e Curatore della Fondazione – Nebula presenterà otto nuove video installazioni site-specific commissionate a Giorgio Andreotta Calò (1979, Italia), Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme (1983, Cipro/1983, USA), Saodat Ismailova (1981, Uzbekistan), Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado (1974, Brasile/1973, Brasile), Diego Marcon (1985, Italia), Basir Mahmood (1985, Pakistan/Paesi Bassi), Ari Benjamin Meyers (1972, USA) e Christian Nyampeta. Tutte le otto opere sono commissionate e prodotte da Fondazione In Between Art Film, l’iniziativa concepita e presieduta da Beatrice Bulgari per promuovere la cultura delle immagini in movimento e sostenere gli artisti, le istituzioni e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media.
Nebula, che in latino significa “nuvola” o “nebbia”, è il secondo capitolo di una serie di mostre organizzate dalla Fondazione a Venezia e continua quell’esplorazione degli stati della visione e della percezione extra-visiva già iniziata nel 2022 con Penumbra. La Fondazione torna al Complesso dell’Ospedaletto e ne trasforma nuovamente gli spazi: il risultato è un’architettura sensoriale che ingloba la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, la sala affrescata della musica e l’antica farmacia, e che svela un’ala mai aperta al pubblico della casa di riposo moderna.
Nebula amplifica il dialogo narrativo e spaziale tra il medium della video installazione e l’architettura che la ospita. Le opere sono state appositamente commissionate per la mostra e concepite dagli artisti in stretta relazione strutturale, visiva e sonora con gli spazi del Complesso dell’Ospedaletto. Sviluppata nell’arco di due anni, Nebula conferma la metodologia della Fondazione che, attraverso progetti espositivi ambiziosi imperniati sulla commissione e produzione di opere di immagini in movimento, offre agli artisti supporto curatoriale e produttivo di lunga durata.
Beatrice Bulgari, Presidente della Fondazione In Between Art Film, dichiara: “È per noi un privilegio tornare a Venezia e, in particolare, al Complesso dell’Ospedaletto dopo il successo di Penumbra. È anche un’occasione per ampliare la nostra riflessione sul ruolo delle immagini in movimento nella nostra società come medium di espressione creativa. Se Penumbra guardava all’oscurità come soglia tra la luce e il buio, Nebula va oltre questa dicotomia utilizzando una metafora ampia come quella della nebbia, che rende tutto meno definito. Questo stato di nebulosità e di sospensione ci parla della possibilità dell’arte di scoprire nuove coordinate poetiche all’interno di tempi come i nostri, disorientati e disorientanti. Sono entusiasta di condividere con il pubblico internazionale della Biennale le opere degli artisti che ci hanno accompagnato in questo viaggio nell’ignoto”.
L’idea della mostra si ispira al fenomeno della nebbia come condizione materiale e metaforica in cui la possibilità di orientarsi tramite la vista si riduce, rendendo necessario attivare strumenti sensoriali diversi per conoscere la propria posizione e comprendere ciò che ci circonda. In questo contesto, le opere di Nebula affrontano forme di frammentazione psicologica, socio-politica, tecnologica e storica, e suggeriscono modalità per navigare il nostro tempo presente, spesso attraversato da forze che, come la nebbia, appaiono immateriali e insormontabili. Gli artisti in mostra rivolgono così l’attenzione a quegli spazi interiori e individuali che si rendono necessari di fronte a eventi che condizionano i movimenti delle esistenze. Infine, ponendo al centro del progetto allestitivo la diffusione di immagini e suoni nello spazio, Nebula propone anche una riflessione sulla produzione continua e sulla distribuzione pervasiva di sollecitazioni visive, informazioni, speranze e paure.
Alessandro Rabottini, Direttore Artistico, e Leonardo Bigazzi, Curatore, della Fondazione In Between Art Film, affermano:“Ancora una volta è stata l’atmosfera unica di Venezia a ispirare l’idea su cui costruire la mostra e commissionare le otto video installazioni ad altrettanti artisti internazionali. A Venezia la nebbia diventa lo spazio liminale in cui acqua e cielo si fondono, dove la luce si fa presenza diffusa e misteriosa. È un fenomeno meteorologico che dimostra quanto possa essere fallace il nostro senso della prospettiva e la nostra comprensione di ciò che è al di fuori di noi. Grazie ai punti di vista degli artisti partecipanti, Nebula espande l’immagine del disorientamento dato dalla nebbia in una miriade di significati metaforici più ampi: dalla dimensione globale della migrazione alla percezione individuale della mortalità, dalle strutture opprimenti dell’economia alle conseguenze imponderabili della tecnologia”.
Ippolito Pestellini Laparelli e il suo studio milanese 2050+ sono stati nuovamente invitati a interpretare e spazializzare il progetto curatoriale attraverso la scenografia della mostra. I loro interventi di cesura e collegamento sinestetico tra le opere metteranno in scena situazioni visive, acustiche, tattili e mentali nebulose che a volte enfatizzano, altre volte celano, l’architettura originale.
Nebula sarà accompagnata da un simposio interdisciplinare curato da Bianca Stoppani, Editor della Fondazione In Between Art Film, che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso momenti discorsivi con curatori e intellettuali internazionali.
Il Complesso dell’Ospedaletto è uno spazio culturale che fa parte di Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.
lunedì 1 gennaio 2024
Novità dal Padiglione Polonia
Il Padiglione polacco cambia l'artista selezionato, il progetto di Ignacy Czwartos sarà sostituito da quello del collettivo Open Group, formato da Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga intitolato Repeat after me.