venerdì 6 dicembre 2024

Ásta Fanney Sigurðardóttir per l'Islanda

Icelandic Art Center is pleased to announce that Reykjavik-based artist Ásta Fanney Sigurðardóttir will represent Iceland at the 61st International Art Exhibition - La Biennale di Venezia in 2026.

Celebrated as one of Iceland’s most innovative contemporary artists, Sigurðardóttir is a poet, composer, filmmaker and visual artist, renowned for her interdisciplinary and forward-thinking practice. 

Her work fuses text, moving images and visual art media, including drawing, screen printing and sculpture, converging in ephemeral performances and live actions. She resists conclusion and explanation, focusing on atmosphere as much as appearance. At the borders of experimental, mystical and conceptual, her work explores the boundaries between the conscious and the subconscious, always avoiding definitive interpretation. 

Audience engagement is a key aspect of his practice, with live performances often incorporating spontaneous rewrites, improvisation, humor, and interactive 

elements that bring his work to life. Sigurðardóttir treats the transference of words as an almost spiritual act, creating dreamlike vocal structures that reveal hidden, sometimes chaotic, layers of meaning.

His pieces delve into the spiritual and esoteric dimensions of human experience, reflecting on how intuition can reconnect us to ourselves and each other in an age of increasing technological detachment.

mercoledì 4 dicembre 2024

La Biennale di Venezia Koyo Kouoh Nominata Curatrice della Biennale Arte 2026



Il Cda della Biennale di Venezia si è riunito martedì 3 novembre e, su proposta del Presidente Pietrangelo Buttafuocoha deliberato di nominare Koyo Kouoh Direttrice del Settore Arti Visive, con lo specifico incarico di curare la 61. Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026.
 
Koyo Kouoh (Camerun / Svizzera) è dal 2019 Direttrice Esecutiva e Chief Curator dello Zeitz Museum of Contemporary Art Africa (Zeitz MOCAA) a Città del Capo, in Sudafrica. È stata Direttrice Artistica fondatrice di RAW Material Company, un centro per l'arte, la conoscenza e la società a Dakar, Senegal. Ha fatto parte del team curatoriale di documenta 12 (2007) e documenta 13 (2012). Nel 2020 ha ricevuto il Grand Prix Meret Oppenheim, prestigioso premio svizzero che riconosce successi nei campi dell'arte, dell'architettura, della critica e delle esposizioni. Vive e lavora tra Città del Capo, Sudafrica; Dakar, Senegal; Basilea, Svizzera.
 
Il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha dichiarato:
"La nomina di Koyo Kouoh alla direzione artistica del Settore Arti Visive è la cognizione di un orizzonte ampio di visione nel sorgere di un giorno prodigo di parole e occhi nuovi. Il suo sguardo di curatrice, studiosa e protagonista nella scena pubblica incontra, infatti, le intelligenze più raffinate, giovani e dirompenti. Con lei qui a Venezia, La Biennale conferma quel che da oltre un secolo offre al mondo: essere la casa del futuro."
 
Koyo Kouoh ha commentato il nuovo incarico con queste parole:
"L'Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia è da oltre un secolo il centro di gravità dell'arte. Artisti, professionisti dell'arte e dei musei, collezionisti, galleristi, filantropi e un pubblico in continua crescita si riuniscono in questo luogo mitico ogni due anni per cogliere il battito dello Zeitgeist. È un onore e un privilegio unici seguire le orme degli illustri predecessori nel ruolo di Direttore Artistico e creare una mostra che spero possa avere un significato per il mondo in cui viviamo attualmente e, cosa più importante, per il mondo che vogliamo costruire. Gli artisti sono i visionari e gli scienziati sociali che ci permettono di riflettere e proiettare in modi che solo questa professione consente. Sono profondamente grata al Consiglio di amministrazione della Biennale e in particolare al suo Presidente, Pietrangelo Buttafuoco, per avermi affidato questa missione così importante e non vedo l'ora di lavorare con l'intero team."
Koyo Kouoh ha organizzato mostre significative come Body Talk: Feminism, Sexuality and the Body in the Works of Six African Women Artists, presentata per la prima volta a Wiels a Bruxelles, in Belgio, nel 2015. Ha curato Still (the) Barbarians, la 37a edizione di EVA International, la Biennale d'Irlanda a Limerick nel 2016 e ha partecipato alla 57a Carnegie International a Pittsburgh, Pennsylvania, Stati Uniti, con il progetto espositivo ampiamente documentato Dig Where You Stand (2018), una mostra nella mostra, tratto dalle collezioni dei Carnegie Museums of Art and Natural History. Ha curato il Programma Educativo e Artistico di 1-54 Contemporary African Art Fair a Londra e New York dal 2013 al 2017.
 
È stata l'iniziatrice del progetto di ricerca Saving Bruce Lee: African and Arab Cinema in the Era of Soviet Cultural Diplomacy, co-curato con Rasha Salti presso il Garage Museum of Contemporary Art a Mosca, Russia, e la Haus der Kulturen der Welt a Berlino, Germania (2015-2018).
 
Attiva nel campo critico della comunità artistica in una prospettiva panafricana e internazionale, Kouoh vanta una lunga lista di pubblicazioni, tra cui When We See Us: A Century of Black Figuration in Painting (2022), uscito in occasione della mostra omonima aperta al Zeitz MOCAA nel novembre 2022; Shooting Down Babylon (2022), la prima monografia sull'opera dell'artista sudafricana Tracey Rose; Breathing Out of School: RAW Académie (2021); Condition Report on Art History in Africa (2020); Word!Word?Word! Issa Samb and The Undecipherable Form (2013); e Condition Report on Building Art Institutions in Africa (2012), per citarne alcune. Dal 2013 al 2017 ha ricoperto il ruolo di Curatrice del Programma Educativo e Artistico della 1-54 Contemporary African Art Fair a Londra e a New York, la prima e unica fiera internazionale d’arte dedicata all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora.
 
Durante il mandato allo Zeitz MOCAA, il suo lavoro curatoriale si è concentrato su mostre personali approfondite di artisti africani e di discendenza africana. In questo contesto, ha organizzato mostre con Otobong Nkanga, Johannes Phokela, Senzeni Marasela, Abdoulaye Konaté, Tracey Rose e Mary Evans.