mercoledì 11 maggio 2011
Marisa Merz a Venezia - Non corrisponde eppur fiorisce
La mostra alla Fondazione Querini Stampalia, a cura di Chiara Bertola, nasce grazie alla collaborazione con la Fondazione Merz e ha il sostegno di Pirelli & C. SpA, socio fondatore della Fondazione Hangar Bicocca. Partner istituzionale la Regione del Veneto.
Nella primavera del 2006, l’artista è stata ospite della Fondazione Querini Stampalia in residenza, elaborando una serie di suggestioni che sono confluite in un progetto espositivo specificamente ideato per l’Istituzione veneziana: nel palazzo della Fondazione verranno così raccolte, in occasione di questa mostra, opere storiche e opere inedite che tracciano il suo percorso negli ultimi anni. L’esposizione si sviluppa all’interno del Museo.
Le opere di Marisa Merz, intime e visionarie, potranno così dialogare ed entrare in una relazione pregnante con alcune delle opere esposte nelle sale del museo, dai ritratti alle sacre conversazioni, fino ai racconti mitologici. Lungo questo percorso espositivo incontreremo soprattutto opere di Marisa Merz focalizzate sul disegno, tracciato a grafite su tela o a pastello e cera su cartone in uno stile sintetico e a volte evanescente; alcune delle sue “Testine” in argilla cruda potranno rispondere a quella sempre citata relazione con Medardo Rosso mettendosi realmente di fianco al volto del Bambino di questo artista, presente nella collezione del museo della Querini.
Il tema del volto, uno dei più significativi dell’opera di Marisa Merz, diventa centrale di tutta l’esposizione veneziana. Tema che rappresenta una traccia dello spirito umano, emergente nel momento unico e infinito del suo apparire.
Composte da fugaci linee arabescate, le fisionomie delineate dall’artista si distaccano da qualsiasi contesto sociale o narrativo, rivelando configurazioni di segni astratti che sfidano le espressioni di identità individuale, fissandosi in uno stato di sospensione del tempo.
Agendo all’interno di una logica universale, le opere di Marisa Merz riflettono la sua fede nella “durata” dell’opera d’arte, che va aldilà della sua realizzazione materiale superando le limitazioni contingenti di spazio e tempo.
Questa convinzione si renderà ancora più evidente in occasione dell’incontro tra le opere contemporanee e quelle del passato nel Museo della Querini Stampalia.
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