domenica 30 giugno 2013

Quando l’attitudine diventa consumo - Alla Fondazione Prada a Venezia ripensando al fallimento dell’arte contemporanea.


Si guarda indietro perché si vuole capire il presente? o forse per trarre nuova linfa? 

Non penso a nessuna delle due possibilità, penso che si guarda al passato perché chi lo fa oramai è vecchio e non ha più interesse al futuro. 

Questo è il grande dilemma che la mostra alla Fondazione Prada pare esprimere. 

In un mondo nuovo e mutato chi ha superato i quarant’anni si sente oramai marginalizzato dalle nuove culture e si rifugia nella ritrita illusione dei giovanili mutamenti, poiché nei nuovi non può consapevolmente esserne parte. 

La mostra molto ben confezionata, svela questo doloso sentimento di disperazione.

Una riproposizione che vista ora mette in risalto un cambiamento estetico che evidenzia la dicotomia con la realtà che chi visse quei tempi ora non vuole più sviluppare, o forse non ha mai sviluppato. 


Cambiamenti idealizzati staticizzati nelle opere, che persa la bellezza del sentimento che le animava sono diventati inutili prodotti commerciali. 
Che fine hanno fatto le tante utopie? 

Gli artisti rivoluzionari hanno messo le pantofole, le opere sono diventati sterili mantra per abbindolare ignari giovani artisti alla filiera del consumismo. 



Gli stessi stilemmi che diventati riti si possono vedere nella mostra a Palazzo Contarini Polignac, vicino all’Accademia, per il Premio Future Generation. 

L’arte contemporanea con quella mostra fece il passo più lungo della gamba e l’attuale crisi/cambiamenti la mette in pieno risalto. 

Oggi gli artisti sono diventati ottimi impiegati di un sistema che li ha svuotati del ruolo “rivoluzionario” per renderli comprimarie figure. 

La celebre mostra del funzionario svizzero è stato l’atto di avvio di un nuovo modo per vincolare la libertà espressiva al servizio di un sistema economico che ha appiattito la diversità/qualità omologando al basso costo produttivo il vantaggio del capitale. 

Arricchire il presente - Proposte artistiche nella ricca rete museale veneziana. (seconda parte)




Proseguiamo il giro della ricca offerta dei musei veneziani con Ca’ Pesaro riallestito per una fruizione più dialogante fra le opere. Il nobile palazzo è stato riorganizzato nei suoi spazi seguendo una disposizione storica che pone le opere in un dialogo tematico molto pregiato, grazie alla ricca raccolta di opere di gran qualità che annovera, tra le tante quelle di Rodin, Kandinsky, Klimt, von Stuck, de Chirico, Boccioni, Casorati, Bonnard, Calder, Moore, ecc.. Qualità che prosegue nel piano superiore, con la mostra temporanea della collezione Sonneband, perfetto integro al percorso generale del museo. 

Questa raccolta presenta una selezione del vasto lascito della nota gallerista Ileana Sonnabend, focalizzato sugli anni sessanta e settanta, che propone pezzi di celebri artisti quali:Andy Warhol, Richard Serra, Jeff Koons, Roy Lichtenstein, Jasper Johns e Robert Rauschenberg. 



Museo Fortuny

Altri stimoli vengono dall’enfatica abitazione di Fortuny che accogli in questo periodo la collezione e alcune opere di Antoin Tàpies. Palazzo che s’integra in modo magico con la sensibilità di un’artista dal segno forte e intenso. Molto bello il tributo all’arte e alla personalità eclettica di Antoni Tàpies che è stato reso da alcuni dei maggiori artisti viventi a lui vicini o anch’essi alla ricerca, esattamente come Tàpies, di risposte sul mistero e l’inesplicabile: Perejaume Borrell, Anthony Caro, Lawrence Carroll, Antoni Llena, Marisa Merz, Giuseppe Penone, Kichizaemon Raku, Shiro Tsujimura, Gunther Uecker. 







Non è da meno Ca’ Rezzonico con la mostra “A very light art” disseminata nei tanti meravigliosi spazi settecenteschi, in un gioco fra leggerezza e fantasia. Ispirati dal celebre lampadario realizzato a Murano nel Settecento, sette artisti (Mario Airò, Stefano Arienti, Cerith Wyn Evans, Flavio Favelli, Luigi Ontani, Gabriel Orozco, Heimo Zobernig) rievocano il senso della celebrazione, del decoro, della cerimonia; accomunate dalla maestria e dalla finezza esecutiva, dalla capacità di coniugare sia strutture luminose sia abilità artigianale e creative. 


L’intimo museo Goldoni ospita le opere di Antonella Zaggia, una serie di impalpabili originali gioielli. 

Al Museo Correr, all’ultimo piano è realizzata un’antologica su Antony Caro. Una mostra-omaggio, promossa in collaborazione con la Fond. Anthony Caro e con il patrocinio del British Council/curath Gary Tinterow, direzione scientifica di Gabriella Belli, progetto allestitivo di Daniela Ferretti che consente di ripercorrere la carriera del versatile artista: dall’esordio prettamente figurativo, sotto l’influenza del suo maestro Henry Moore, alla dirompente innovazione avviata negli anni Sessanta (pionieristica l’esibizione alla Whitechapel Gallery nel 1963), fino alle più recenti esperienze. 


Un particolare omaggio è stato poi realizzato all’artista veneziano Emilio Vedova in diversi spazi espositivi dei musei, dall’ingresso di Ca’ Pesaro al dialogo con la pittura veneta a Ca’ Rezzonico. Confronti che sollecitano una rilettura di alcune magistrali opere del grande Maestro Veneziano alla luce della storia artistica della città lagunare che, inevitabilmente, ha permeato anche la sua straordinaria personalità 


Museo del Vetro a Murano

Se ci si sposta poi a Murano si potrà ripercorrere la storia della grande vetreria Seguso nell’accogliente Museo del Vetro grazie alle decennali ricerche del belga Marc Heiremans che ha potuto studiare, per la prima volta, gli archivi dell’azienda e i documenti della famiglia. Proseguendo in laguna si può scoprire nel Museo del Merletto a Burano le impalpabili opere dell’artista l’italo-statunitense Flora Viale. 



Come potete percepire le proposte dei Musei Veneziani sono proprio tante e molto belle. Si tratta di un prezioso lavoro museale che ravviva il continuo dialogo al presente, creando curiosità e passione.



Musei al presente - Proposte artistiche nella ricca rete museale veneziana. (prima parte)



La proposta espositiva veneziana è uno scrigno di meraviglie di cui i Musei Veneziani con la nuova gestione della direttrice, Gabriella Belli, affiancata dal dinamico staff, stanno riaggiornando e affiancando con nuovi stimoli culturali. 

Esempio brillante la stupenda mostra su Manet a Palazzo Ducale, un’occasione irripetibile di dialogo fra il percorso intimo di un artista e la storia dell’arte italiana. 

L’evento è un’intelligente proposta per scoprire come un artista si è formato e sviluppato nel suo personale percorso con la storia dell’arte. L’esposizione racconta le esperienze di questo grande personaggio francese che venuto a contatto con la tradizione artistica italiana, in diversi viaggi, ha trasformato la sua esperienza espressiva attraverso la visione di antiche opere, che rielabora nella sua modernità. 

Fulcro della mostra è sicuramente il diretto dialogo fra la Venere di Tiziano e la sua Olympia in cui il confronto è così intenso, nei suoi diversi livelli, da quello compositivo a quello dei significati, che rapisce lo sguardo. 



Mostra su Manet
Volti di una lontana eleganza che ci scrutano, segnali di un mondo che si è trasformato e che ci lasciato alquanto perplessi. 

Un universo di bellezza che si è evaporato e che noi rivediamo con ammirazione e fascino. La stimolante mostra di Manet a Palazzo Ducale è un continuo dialogo, fra la storia dell’arte antica e il pittore, fra il mondo dei pittori e le relazioni del suo tempo e fra storie di vite passate col nostro presente. 

Modi diversi di segnare il tempo, attimi di esistenza che lasciano su di noi la melanconia di un modo di vivere che è scomparso. 

Nostalgia, tanta nostalgia. 

La mostra è un tripudio di abilità tecnica, ovviamente di Eduard e dei suoi maestri. 

Dopo le tante mostre di arte contemporanea, che parallelamente sono in corso a Venezia, questa ristabilisce una dinamica di sicurezza estetica. 

L’allestimento è arioso, costruito in una pratica funzione informativa e corredato di utile materiale di approfondimento. La serie dei quadri è proposta in un ordine che favorisce la lettura delle singole opere. La qualità dei lavori eccellenti, e il supporto didattico molto ampio. Si vive così un’esperienza culturale che rimarrà indelebile nella memoria e nell’emozione del visitatore. 

Prima della visita vi consiglio il sito www.mostramanet.it per avere un sacco di utili informazioni. 
  



Museo di Storia Naturale
Gli stimoli proseguono poi con la mostra “Bestiario Contemporaneo”, resa possibile grazie alla collaborazione con l’ ACACIA, che fa scoprire il rinnovato Museo di Storia Naturale, ospitato nel palazzo detto Fontego dei Turchi, un moderno museo in un magnifico antico palazzo. 

Museo che s’immagina polveroso e tedioso per essere smentiti da un allestimento contemporaneo, ricco d’infiniti stimoli, che la mostra temporanea declina anche in ambito artistico. 



Oggi il patrimonio scientifico del Museo consta di oltre due milioni di pezzi; al nucleo originario, costituito dalle collezioni naturalistiche di proprietà del Museo Correr e dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, si sono infatti aggiunte altre raccolte per donazioni, depositi o acquisizioni. Oltre alle storiche collezioni Olivi, Contarini, Nardo, Trois, Spinelli, Zanardini, Innocente, A.P. Ninni, E. Ninni, ecc. sono presenti, per nominare solo le maggiori, la collezione entomologica Giordani Soika (1983), la collezione Bisacco Palazzi (1986), la collezione malacologica Cesari (1993) e, recentemente, la collezione Ligabue e la collezione ornitologica Perale. Da ricordare inoltre le collezioni etnologiche africane di Miani, De Reali e Forin. 

Una realtà da non perdere soprattutto se avete bambini che rimarranno affascinati da queste magiche stanze. 


continua ./..


Percepire oltre - Il riflessivo evento di Pawson nella basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia



Sotto la grande cupola della basilica di San Giorgio Maggiore, sull’omonima isola, un supporto semi-sferico sostiene un’incredibile lente d’ingrandimento, ideata da John Pawson col sostegno tecnologico della Swarovski

L’opera minimale s’intitolato “Perspectives”, progettata in origine per la rassegna del Design di Londra, è stata portata a Venezia per dare proseguimento alla percezione dei luoghi. Questo lavoro, una grande lente concava in vetro ottico Swarovski, collocata su un piano riflettente consente di vedere in modo diverso l’incantevole soffitto progettato da Andrea Palladio. 

Il gioco di percezione, bellezza e tecnologia sono gli stimoli che la Fondazione Swarovski e l’artista vogliono condividere col pubblico, attraverso un’opera che non è solo un magnifico oggetto ma un mezzo di scoperto. 

Azione che si svilupperà anche con una donazione che Fondazione Swarovski elargirà per il restauro della statua di San Giorgio. 

domenica 9 giugno 2013

Privati pubblici - La ricca offerta d’arte delle fondazioni private veneziane



Dopo la Biennale è la volta del ricco panorama esterno, iniziamo dalle dinamiche realtà private. 





Infatti in questi ultimi anni la città di Venezia ha attratto alcune delle più note fondazioni d’arte private del mondo, facciamo una rapida carrellata fra le tante proposte, alcune assolutamente da non lasciarsi sfuggire. 



Iniziamo dalla Punta della Dogana, che maestosa si erge sulla laguna, con una discreta mostra. L’ingresso avviene con l’opera di Philippe Parreno "Marquee" memoria di un avvio che preannuncia multi-visioni. Fra le opere più stimolanti si ripresentano i lavori di Roni Horn, che mi piacciono tanto, una bella serie di opere di Mark Grotjahn e due enormi dipinti di Zeng Fanzhi. Particolarmente interessante il confronto fra il gruppo giapponese Mono-Ha e quello italiano dell’Arte Povera. 


Punta della Dogana, Zeng Fanzhi



La seconda sezione della vasta proposta della Collezione Pinault prosegue con Palazzo Grassi con l’intervento e le opere di Rudolf Stingel. E’ proprio, nel suo complesso, una grande iniziativa da non perdere, emozionante. 

Palazzo Grassi, intervento di Rudolf Stingel

Ora che la proposta si integra dell’intervento di recupero del Teatrino di Palazzo Grassi, a cura dell'architetto Tadao Ando, si aggiunge un nuovo tassello per render ancora più variegata la ricca proposta da questa dinamica fondazione francese. 



Interessante, anche se un poco aleatorio, il progetto alla Fondazione Prada sulla storica mostra di Harald Szeeman "When Attitudes Become From: Bern 1969/Venice 2013". 



Pare che questa nuova esposizione confermi l’eccesso di enfasi su un progetto che era sì innovativo, ma che ora risulta molto debole e lascia perplessi visto la deriva imborghesita di quasi tutti i “rivoluzionari” artisti di quell’epoca, per cui pare più un monito critico alla vacuità del fare artistico, il progetto in se comunque è molto ben curato. 
Fondazione Prada, Ca' Corner della Regina



Il Peggy Guggenheim propone due progetti, la collezione Schulhof, che integra al presente, la già vasta raccolta, con oltre ottanta pezzi fra gli anni sessanta e ottanta, e i papiers collés di Robert Motherhall, una mostra che mette in luce una ricerca artistica molto trasversale. 



Fondazione Peggy Guggenheim, collezione Schulhof



Semplice intelligente e bello quello dell’Espace culturale della Louis Vuitton, che da poco ha aperto nel centro di Venezia, dietro a piazza San Marco, con l’intervento di Tony Oursler che dialoga con l’opera "La morte di Otello" di Pompeo Marino Molmenti, opera in custodia a Ca' Pesaro, restaurata recentemente col supporto della maison stessa, un approccio fresco, rispettoso e intelligente, che mette in risalto uno stile unico.



Opera di Tony Oursler intervento esterno alla Maison Louis Vuitton di Venezia.

../. continua (da equilibriarte.net)



giovedì 6 giugno 2013

La Biennale di Venezia, le cose più belle - Ecco una rapida carrellata sulle mostre più belle


Richard Mosse - Irlanda

Ora si è aperta la Biennale, dopo la settimana della vernice, sono passati alcuni giorni e le sensazioni che ho avuto si sono filtrate un poco, condivido così le esperienze che ho trovato più stimolanti. 

Inizio dal Padiglione dell’Irlanda con Richard Mosse, un’opera che ho apprezzato molto, per la sapiente miscela fra tema, elementi visivi, allestimento e qualità complessa dell’intervento, segue quello della Santa Sede per le stesse motivazioni. Una nota positiva per quello dell’Islanda posto presso Palazzo Zenobio, per l’uso dei materiali e per la dinamica fra la forma e lo spazio. 
Kimsooja - Corea

Altre segnalazioni per quelli della Corea, semplice, Danimarca, emozionante, Belgio, intenso, Cile, suggestivo, in cui la presenza delle opere è stata ben progettata, trovandovi un positivo rapporto fra senso del tema affrontato e lavoro realizzato. 

Il progetto di Gioni è stuzzicante ma in generale la qualità delle opere è troppo “compulsiva” per essere ricordata, non c’è un lavoro degno di memoria, anche se certi stimoli sono molto piacevoli. Soprattutto ai giardini l’eccesso di materiale alla fine penalizza la fruizione, già molto ricca. L’allestimento è molto ben curato anche se certi lavori potevano essere proposti in un modo meno algido. 

Berlinde De Bruyckere - Belgio

L’Arsenale scorre sempre in modo rapido in un susseguirsi di alterni momenti in cui però sfugge l’assorbimento. Ma questo penso sia più una dinamica degli spazi, suggestivi ma poco adatti per progetti espositivi così articolati, anche se con l’allestimento si è cercato di diminuire questa difficoltà.
 
Jesper Just - Danimarca 

Il Padiglione Italia è finalmente dignitoso, i lavori che mi hanno colpito di più quello di M.Maloberti e della R.Benassi. Forse gli artisti selezionati sono troppi, soprattutto se gli interventi sono molto grandi, come quello di F.Favelli e F.Arena che risultano penalizzato dalla collocazione. 

Studio Azzurro - Santa Sede

Delusioni soprattutto dal Padiglione della Francia (cioè Germania) vasto inutile e poco significativo, Paesi Scandinavi e Israele, cupi e confusi.

Sorpreso da quello del Kuwait ed Emirati Arabi. 

Nota, come sempre per le inutili code che si creano, il giorno dopo la vernice. Sabato, c’era molta meno gente e si poteva girare con molta più tranquillità. Visto che si invitano migliaia di persone nei giorni di opening sarebbe utile ampliare i tempi d’ ingresso offrendo così una fruizione più positiva sia agli operatori che al folto pubblico di collezionisti. 

Lasciamo ora la parte ufficiale per gli eventi collaterali. 

Alfred Jaar - Cile

../.. continua 




articolo da equilibriarte.net

domenica 2 giugno 2013

Il teatro vince alla biennale delle arti visive - Assegnati i Leoni d'oro



Che strano un'azione di teatro vince alla Biennale delle Arti Visive, ovviamente è il solito Tino Seghal che continua ad essere elevato a grande star di un'arte che visiva non è ma gioca al teatro, se questa è una novità mi domando tutto quello che fu fatto negli anni sessanta che cosa era... ma forse la preparazione dei selezionatori, alcuni che hanno già proposto lo stesso T.Seghal in eventi, guarda ad altri obiettivi.


Sicuramente dopo il fiasco alla Tate bisognava ridargli un poco di smalto, e questa è una bella occasione. 

E comunque sappiamo bene che in questa biennale quasi priva di artisti professionisti i pochi vincono tutto... 

Sorprende la vincinta del Padiglione dell'Angola, io lo avrei dato a Richard Mosse, Irlanda, ma mi rallegra il premio a Cuoghi, non è un granché ma almeno l'Italia raccoglie qualcosa. 



Ecco il comunicato stampa ufficiale: 

Giuria della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia presieduta da Jessica Morgan (Gran Bretagna) e composta da Sofía Hernández Chong Cuy (Messico), Francesco Manacorda (Italia), Bisi Silva (Nigeria) e Ali Subotnick (Stati Uniti), ha deciso di attribuire nel modo seguente i premi ufficiali: 

Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale all’Angola 
Luanda, Encyclopedic City 
Edson Chagas 
Commissario: Ministero della Cultura. Curatori: Beyond Entropy (Paula Nascimento, Stefano Rabolli Pansera), Jorge Gumbe. Sede: Palazzo Cini, Dorsoduro 864 

Leone d’oro per il miglior artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Tino Sehgal (Gran Bretagna, 1976; Padiglione Centrale, Giardini) 

Leone d’argento per un promettente giovane artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Camille Henrot (Francia, 1978; Corderie, Arsenale) 


La Giuria ha inoltre deciso di assegnare quattro menzioni speciali. 
Menzioni speciali per gli artisti della mostra Il Palazzo Enciclopedico: 

Sharon Hayes 
(USA, 1970; Corderie, Arsenale) 

Roberto Cuoghi 
(Italia, 1963; Corderie, Arsenale) 

Menzioni speciali per le Partecipazioni nazionali: 

Cipro e Lituania 
Cipro 
Lia Haraki, Maria Hassabi, Phanos Kyriacou, Constantinos Taliotis, Natalie Yiaxi, Morten Norbye Halvorsen, Jason Dodge, Gabriel Lester, Dexter Sinister 
Oo 
Commissario: Louli Michaelidou. Commissari Aggiunti: Angela Skordi, Marika Ioannou. Curatore: Raimundas Malašauskas 

Lituania 
Gintaras Didžiapetris, Elena Narbutaite, Liudvikas Buklys, Kazys Varnelis, Vytaute Žilinskaite, Morten Norbye Halvorsen, Jason Dodge, Gabriel Lester, Dexter Sinister 
oO 
Commissari: Jonas Žokaitis, Aurime Aleksandraviciute. Curatore: Raimundas Malašauskas. 
Sede: Palasport Arsenale, Castello 

Giappone 
abstract speaking - sharing uncertainty and collective acts 
Koki Tanaka 
Commissario: The Japan Foundation. Curatore: Mika Kuraya. Sede: Padiglione ai Giardini 


La cerimonia di premiazione della 55. Esposizione si è tenuta il 1° giugno 2013 ai Giardini alle ore 11.00. Sono inoltre consegnati i Leoni d’oro alla carriera attribuiti dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Curatore della 55. Esposizione Massimiliano Gioni a Maria Lassnig (nata nel 1919 a Kappel am Krappfeld, Austria) e Marisa Merz (nata nel 1926 a Torino, Italia). 

I premi della Giuria internazionale sono assegnati con le seguenti motivazioni: 

Leone d’oro per il miglior artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Tino Sehgal per l’eccellenza e la portata innovativa del suo lavoro che apre i confini delle discipline artistiche. 

Leone d’argento per un promettente giovane artista della mostra Il Palazzo Enciclopedico a Camille Henrot per aver contribuito con un nuovo lavoro capace di catturare in maniera dinamica e affascinante il nostro tempo. 

Una menzione speciale è attribuita a Sharon Hayes per la spinta a ripensare l’importanza dell’alterità e la complessità delle negoziazioni tra la sfera personale e quella pubblica. 

Un’altra menzione speciale è per Roberto Cuoghi per l’importante e convincente contributo alla Mostra Internazionale. 

La Giuria ha prestato particolare attenzione ai Paesi che sono riusciti a proporre uno sguardo originale sulla pratica artistica allargata della loro regione. La natura collaborativa dei tre padiglioni selezionati è stata per la giuria un’esperienza toccante. 

Leone d’oro per la migliore Partecipazione nazionale all’Angola per la capacità dei curatori e dell’artista che insieme riflettono sull’inconciliabilità e complessità della nozione di sito. 

Una menzione speciale è attribuita ai Padiglioni congiunti di Lituania e Cipro per l’originalità del formato curatoriale che vede insieme due paesi in una singola esperienza. 
Un’altra menzione speciale è per il Padiglione del Giappone per l’acuta riflessione sui temi della collaborazione e del fallimento. 

Da Equilibriarte.net 01/06/13

Panoramica Biennale - Le mostre più emozionanti a Venezia



una piattaforma dispersa in uno spazio destrutturalizzato, la pioggia che scende, solitudine.. 

questo il quadro piu giusto per una biennale dai tanti stimoli e dalle tante perplessità 

sensazioni alterne, alcune emozioni, dubbi, 

perché in una marea di artisti giovani una scelta che guarda altrove? 

che sensazioni aveva chi elaborava questi manufatti ? 

dove sta andando l'arte? 


Da Equilibriarte.net 

La Biennale apre i battenti! - Le prime immagini e le prime impressioni della kermesse veneziana



Il lavoro di Massimiliano Gioni proposto alla Biennale di Venezia è un tentativo di fuga (ma forse anche di ghettizzazione) di una creatività che voleva stare fuori e che si ritrova (malgrado) all’interno di un sistema di ordine e di gestione. 


La fuga potrebbe essere letta come speranza di libertà ma c’è il rischio che scappando si arrivi all’appuntamento di Samarcanda. 

Il materiale è sicuramente molto interessante, in certi casi emozionante. 

Forse il sistema di fruizione complesso (come tutti questi “mega” eventi) è corrosivo, ma lo sappiamo e attiviamo quella serenità consapevole che rilassa il godimento. 

Su questo forse si poteva agire con una maggiore delicatezza di allestimento con un tentativo di pacatezza e profondità, che in generale aleggia, ma non si stabilizza. 

Nel complesso la varietà di percorsi è uno stimolo che ognuno di noi deve accogliere nell’accezione di riconsiderazione di valori, senza però cadere nel “buonismo/pietismo”, vivere ogni opera come un’incontro (anche incomprensibile) di seg(ni)menti di vita. 

C’è la lama che questa rivalutazione del “marginalizzato” rischia di promuovere chi non lo è ma produce identici (se non peggiori) manufatti. 

Nel complesso una discreta mostra, che sicuramente soddisferà i tanti palati articolati dell’arte, forse non sazierà ma può dare consolazione. 

Andateci e fateci avere i vostri commenti. 


Roberto Cuoghi 

Paweł Althamer 

Robert Crumb

Shinichi Sawada

Otto Piene


Da Equilibriarte.net 29/05/13

A Venezia per la Biennale. Il mondo dell’arte ai nastri di partenza - inaugurazione delle mostre alla Fondazione Vedova, dedicata ai lavori di Roy Lichenstein ed Emilio Vedova



Oggi con l’inaugurazione delle mostre alla Fondazione Vedova, dedicata ai lavori scultorei di Roy Lichenstein, presso i Magazzini del Sale, e all’opera “ … i cosidetti carnevali” di Vedova, nella Fondazione stessa, prende avvio la ricca settimana di eventi inaugurali della stagione artistica estiva di Venezia, legati alla Biennale d’Arti Visive, la manifestazione più importante al mondo sull’arte contemporanea. 

Se le opere di Lichenstein paiono ancora molto attuali quelle di Vedova risultano piu' storiche, il dialogo risulta così distante, ma mette in discussione il senso dell'azione artistica nel tempo. 

La Biennale è il fulcro di una serie di momenti che vedono enti pubblici, come i Musei Veneziani, (oltre una decina tutti) con interessantissime proposte, cui si uniscono le diverse fondazioni private, fra le più prestigiose la Collezione Pinault, la fondazione Guggeheim e Prada

Ma sono tantissime altre le strutture che propongono molte articolate proposte, avviando esposizioni, eventi, manifestazioni, performance, incontri, conferenze, offrendo così una ricca kermesse di attività d’arte unica al mondo. 

Cercheremo nel nostro sito di seguirle alcune proponendovi immagini e informazioni. 

Da Equilibriarte.net 27/05/13