lunedì 4 maggio 2015

Fondazione Prada – Fra Milano e Venezia


Quest’anno per la Fondazione Prada un grande momento che duplica il suo grande impegno nel mondo della cultura e dell’arte.

L’apertura della nuova sede a Milano da Sabato 9 Maggio 2015 e parallelamente la nuova mostra nella sede di Venezia nel palazzo settecentesco di Ca’ Corner della Regina.

Da maggio e nel corso dell’estate 2015 i due spazi saranno idealmente uniti da due mostre di arte antica a cura di Salvatore Settis.


La nuova sede di Milano, progettata dallo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas, espande il repertorio delle tipologie spaziali in cui l’arte può essere esposta e condivisa con il pubblico. Caratterizzata da un’articolata configurazione architettonica che combina edifici preesistenti e tre nuove costruzioni, è il risultato della trasformazione di una distilleria risalente agli anni dieci del Novecento. Situato in Largo Isarco, nella zona sud di Milano, il complesso si sviluppa su una superficie totale di 19.000 m2, di cui 11.000 m2 saranno utilizzati per le attività espositive. L’edificio all’entrata del nuovo centro accoglierà il pubblico con due spazi nati da collaborazioni speciali: un’area didattica dedicata ai bambini e sviluppata con gli studenti dell’École nationale supérieure d'architecture de Versailles; e un bar ideato dal regista Wes Anderson che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano.

La Fondazione Prada è stata creata nel 1993 come luogo di analisi del nostro presente attraverso la produzione di mostre d’arte contemporanea e di progetti di architettura, cinema e filosofia. Grazie all’apertura di una sede permanente, la Fondazione intende partecipare in modo ancora più incisivo alla contemporaneità, con l’idea che l’arte sia un efficace strumento di conoscenza. Senza praticare una semplice contaminazione tra discipline, la Fondazione potenzierà la propria vocazione multidisciplinare, evidenziando l’autonomia e le specificità di ogni linguaggio creativo. Una struttura aperta e flessibile – formata da curatori, scrittori, cineasti e pensatori, invitati a partecipare all’elaborazione e alla realizzazione dei nuovi progetti – guiderà questo sviluppo e permetterà di rinnovare continuamente la programmazione e attivare un processo intellettuale in continua evoluzione.

In occasione dell’apertura della nuova sede di Milano, la Fondazione Prada presenterà una pluralità di attività. Robert Gober e Thomas Demand realizzeranno installazioni site-specific in dialogo con le architetture industriali e con i nuovi spazi. Roman Polanski esplorerà le suggestioni cinematografiche che hanno ispirato i suoi film in un progetto che si tradurrà in un documentario inedito e in una rassegna cinematografica. Selezioni di opere dalla Collezione Prada saranno presentate in esposizioni tematiche. Le mostre “Serial Classic”, a Milano, e “Portable Classic”, a Venezia – curate da Salvatore Settis, in collaborazione con Anna Anguissola e Davide Gasparotto – completeranno il programma. I due progetti espositivi, il cui allestimento è ideato da OMA, analizzano rispettivamente i temi della serialità e della copia nell’arte classica e della riproduzione in piccola scala della statuaria greco-romana dal Rinascimento al Neoclassicismo.



La mostra “Serial Classic”, aperta a Milano dal 9 maggio al 24 agosto 2015 (anteprima: 4-8 maggio), è dedicata alla scultura classica ed esplora il rapporto ambivalente tra originalità e imitazione nella cultura romana e il suo insistere sulla diffusione di multipli come omaggi all’arte greca. All’idea di classico tendiamo ad associare quella di unicità, ma in nessun periodo dell’arte occidentale la creazione di copie da grandi capolavori del passato è stata importante quanto nella Roma della tarda Repubblica e dell’Impero. Il percorso espositivo riunisce più di 70 opere e si apre con un approfondimento sugli originali perduti e loro copie multiple, rappresentate da due serie particolarmente note come il Discobolo e la Venere Accovacciata. Altri due importanti nuclei sono dedicati ai temi dei materiali e del colore dei bronzi e dei marmi classici. L’Apollo di Kassel, ad esempio, è riproposto in due recenti calchi in gesso che riproducono la superficie bronzea dell’originale greco perduto e la coloritura delle copie romane in marmo. Un’altra sezione della mostra esplora le tecnologie e le modalità impiegate nella realizzazione delle copie, illustrando due momenti fondamentali come la creazione del calco in gesso e il trasferimento delle misure sul nuovo blocco di marmo. Sono inoltre esposte due note serie, la Penelope e le Cariatidi sul prototipo dell’Eretteo di Atene.



La mostra “Portable Classic”, presentata a Venezia dal 9 maggio al 13 settembre 2015 (anteprima 5-8 maggio), esplora origini e funzioni delle riproduzioni in miniatura di sculture classiche, presentando oltre 90 opere. Sia nell’antica Roma che nell’Europa moderna si forma un vero e proprio canone di sculture, considerate come la formulazione più alta di un determinato soggetto. Il loro prestigio è tale che il pubblico colto ne desidera almeno una riproduzione, anche di piccole dimensioni e in materiali diversi dall’originale. Un esempio di questa tendenza è il caso dell’Ercole Farnese, proposto in mostra con una serie di riproduzioni in scala dai 20 ai 150 cm in marmo, bronzo e terracotta. Alcuni capolavori in piccole dimensioni di epoca classica sono avvicinati a multipli di età rinascimentale, attraverso gli esempi dell’Ignudo della Paura e della Venere al bagno. Un’altra sezione della mostra è dedicata a importanti figure di collezionisti del Cinquecento. In alcuni dipinti di Lorenzo Lotto, Tintoretto e Bernardino Licinio, i soggetti sono ritratti tra sculture classiche e calchi in gesso provenienti dalle loro raccolte. Partendo dai casi emblematici del Torso del Belvedere e del Laocoonte, la mostra illustra come gli artisti rinascimentali abbiano utilizzato le copie in piccolo formato per elaborare ipotesi sulle parti mancanti degli originali classici.



Fondazione Prada

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