domenica 2 aprile 2017

Padiglione Italia il sito



Da alcuni giorni è attivo il sito del Padiglione Italia curato da Cecilia Alemani dal titolo "Il mondo magico". Mi fa piacere notare che ci sono ben due aziende cuneesi come supporter  la  Viglietti Matteo SpA e la Italgelatine.


CS

Il mondo magico presenta le opere e la ricerca di tre artisti italiani – Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey – il cui lavoro propone una rinnovata fiducia nel potere trasformativo dell’immaginazione e un interesse nei confronti del magico. Attraverso molteplici riferimenti all’immaginario, al fantastico e al favolistico, gli artisti cercano nell’arte uno strumento attraverso il quale abitare il mondo in tutta la sua ricchezza e molteplicità.

Il titolo della mostra è preso a prestito dall’omonimo libro dell’antropologo napoletano Ernesto de Martino (1908-65), uno dei pensatori chiave dello studio della funzione antropologica del magico che ha analizzato per decenni individuando, nei suoi rituali, i dispositivi attraverso i quali l’individuo possa padroneggiare una situazione storica incerta e riaffermare la propria presenza nel mondo. Il suo libro Il mondo magico, scritto negli anni della Seconda guerra mondiale e pubblicato nel 1948, inaugura una serie di riflessioni e studi su quel complesso di credenze, riti e mitologie che continueranno a interessare de Martino nei decenni seguenti, passando per la trilogia meridionale (Sud e Magia; Morte e pianto rituale; La terra del rimorso) fino ai suoi ultimi scritti postumi raccolti nella pubblicazione La fine del mondo.

Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-Bey si appropriano del magico come mezzo cognitivo per ricostruire la realtà, dando forma a complesse cosmologie personali. I tre artisti vedono il proprio ruolo non solo come artefici di opere d’arte, ma come attivi interpreti e creatori del mondo che rileggono attraverso la magia e l’immaginazione. Andreotta Calò, Cuoghi e Husni-Bey non cercano nel magico una via di fuga nell’irrazionale, quanto piuttosto una nuova esperienza della realtà. Ad accomunare questi artisti non è tanto una specifica coerenza stilistica, quanto il desiderio di creare universi estetici complessi che rifuggono dalla narrazione documentaristica tipica di molta produzione artistica recente, per affidarsi invece a un racconto intessuto di miti, rituali, credenze e fiabe. Pertanto l’esposizione Il mondo magico guarda all’artista non solo come produttore di opere e oggetti, ma soprattutto come guida, interprete e creatore di nuovi mondi possibili.

Come nei riti descritti da de Martino, nelle opere di Andreotta Calò, Cuoghi e Husni-Bey si mettono in scena situazioni di crisi che sono risolte attraverso processi di trasfigurazione estetica ed estatica. Osservate in controluce, da queste opere emerge l’immagine di un paese – reale e fantastico allo stesso tempo – in cui tradizioni antiche coesistono con nuovi linguaggi globali e dialetti vernacolari e in cui realtà e immaginazione si fondono in un nuovo mondo magico.

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