giovedì 31 gennaio 2019

Danica Dakić per Bosnia ed Erzegovina



Palazzo Ca 'Bernardo a Sestriere San Polo ospiterà l'intervento dell'artista  Danica Dakić per la  Bosnia ed Erzegovina.

Sarà un lavoro parte dalla trilogia "Zenica Trilogy" sull'attualità sociale ed individuale della Bosnia Erzegovina contemporanea.

Il team curatoriale è composto da Anja Bogojević, Amila Puzić e Claudia Zini  team curatoriale.

mercoledì 30 gennaio 2019

Future Generation Art Prize 2019





Anche quest’anno fra i tanti eventi paralleli alla Biennale di Venezia ci sarà una nuova edizione del Future Generation Art Prize un importante premio a cadenza biennale che guarda al contemporaneo per scoprire, riconoscere e dare un sostegno a lungo termine alla futura generazione di artisti.

Fondato dalla Victor Pinchuk Foundation nel 2009, il Premio ha sostenuto lo sviluppo artistico e la produzione di nuove opere di oltre 84 artisti che sono stati proposti in mostre al PinchukArtCentre di Kiev e come eventi collaterali ufficiali alla Biennale di Venezia nel 2011, 2013 e 2017.


La selezione è per tutti gli artisti sotto i 35 anni, provenienti da qualsiasi parte del mondo, che lavorano con qualsiasi mezzo, sono invitati a partecipare al Premio. Un eccezionale comitato di selezione, nominato da una rinomata giuria internazionale, esamina ogni candidatura e nomina 20 artisti per la short list. Questi artisti saranno incaricati di creare nuovi lavori che verranno esposti al PinchukArtCentre di Kiev. Successivamente, tutti presenteranno i loro lavori alla mostra Future Generation Art Prize alla Biennale di Venezia, presso il Palazzo Contarini Polignac, dove sarà assegnato una serie di premi per sostenere gli artisti.

Short list : Monira Al Qadiri, Yu Araki, Korakrit Arunanondchai, Kasper Bosmans, Madison Bycroft, Alia Farid, Gabrielle Goliath, Rodrigo Hernández, Laura Huertas Millán, Marguerite Humeau, Eli Lundgaard, Taus Makhacheva, Toyin Ojih Odutola, Sondra Perry,Gala Porras-Kim,Emilija Škarnulytė, Jakob Steensen, Daniel Turner, Anna Zviagintseva, Basel Abbas and Ruanne, Abou-Rahme, selezione cuochi

martedì 29 gennaio 2019

Nujoom Alghanem per l'UAE



Nujoom Alghanem è l'artista selezionata per il Padiglione dell'UAE.

I curatori del Padiglione Nazionale degli Emirati Arabi Uniti alla Biennale di Venezia del 2019, Sam Bardaouil e Till Fellrath hanno invitato la pluri-premiata poetessaa e cineasta Nujoom Alghanem a rappresentare gli Emirati Arabi Uniti con una grande video installazione site-specific commissionato per il Padiglione.

Nujoom Alghanem è una famosa poetessa e cineasta che è considerata una voce significativa della sua generazione. 


CS

Curators of the National Pavilion UAE at the 2019 Venice Biennale, Sam Bardaouil and Till Fellrath, have invited award-winning poet and filmmaker Nujoom Alghanem to represent the UAE with a major site-specific video installation commissioned for the Pavilion.
Nujoom Alghanem is a renowned poet and filmmaker who is considered a leading voice of her generation. With eight critically acclaimed volumes of poetry to date, she is highly regarded for her contributions to new forms of contemporary Arabic poetry. As an award-winning filmmaker, she has directed a number of features and documentaries that further the discourse around gender issues and societal norms. Her films include Nearby Sky(2014), Sounds of the Sea (2015), Honey, Rain and Dust (2016), and most recently, her feature documentary Sharp Tools (2017), a tribute to late Emirati artist Hassan Sharif.
“Nujoom Alghanem is a driving force behind some of the most innovative literary positions and bold cinematic practices of the UAE and the Gulf,” said curators Sam Bardaouil and Till Fellrath. “Her evocative work is as profoundly concerned with expanding the formal components of her practice, mainly poetry and film, as it is with capturing the complexity of the human condition through telling remarkable stories about exceptional characters. We are confident that the site-specific commission with which she will be representing the UAE at the 2019 Venice Biennale will confront the international arts community with a truly unique, multidisciplinary artistic position.”
Nujoom Alghanem said: “The forms and subjects of my practice have been shaped by my personal experience within the context of a rapidly-transforming society. The individual approach in which I have had to resolve the tension between tradition and modernity, has deeply impacted the content of my work as an artist, and is embedded in my writing and filmmaking.  As a woman, I have found it fulfilling to focus on extraordinary female stories from our society or the Arab world that are worth being highlighted. I am excited to be working on this new commission in collaboration with the curators and the team of the National Pavilion UAE – La Biennale di Venezia.” 
“Nujoom Alghanem is a true embodiment of the cultural inventiveness of the UAE,” said Khulood Al Atiyat, Manager of Arts, Culture and Heritage at the Salama bint Hamdan Al Nahyan Foundation, commissioner of the National Pavilion UAE. “It is very fitting that this year’s curators have selected her to be the solo artist representing the UAE at the Venice Biennale. Her poignant poetry and cinematic imagery have such a vivid impact that will make for a truly memorable pavilion”
The 58th International Art Exhibition of the Venice Biennale will take place from May 11 to November 24, 2019, and brings together more than 80 National Pavilions under the overarching title of May You Live in Interesting Times. One of the world’s most prestigious arts events, the Venice Biennale attracts more than half a million visitors to each edition.
The National Pavilion UAE is commissioned by the Salama bint Hamdan Al Nahyan Foundation and supported by the Ministry of Culture and Knowledge Development. The UAE has participated in the International Art Exhibition of the Venice Biennale since 2009 and maintains a permanent pavilion in the Arsenale – Sale d’Armi. 2019 will mark the UAE’s sixth participation at the International Art Exhibition.

Sam Bardaouil and Till Fellrath, curators of the 2019 National Pavilion UAE, are Founders of the multidisciplinary curatorial platform Art Reoriented in Munich and New York, Chairmen of the Montblanc Cultural Foundation in Hamburg, and Affiliate Curators at the Martin-Gropius-Bau in Berlin. Bardaouil and Fellrath have jointly curated numerous critically acclaimed exhibitions at renowned museums and institutions worldwide, and have held teaching positions at universities including the London School of Economics and New York University. They are award-winning authors with contributions to academic journals, books, newspapers and art magazines. 

Padiglione Romania


 

Al padiglione della Romania sarà proposta la mostra Unfinished Conversations on the Weight of Absence curata da Cristian Nae, con le opere di artisti Belu-Simion Fainaru, Dan Mihaltianu e Miklós Onucsán, che hanno  vinto la selezione nazionale e rappresenterà la Romania alla 58 ° edizione della Mostra Internazionale d'Arte - Biennale di Venezia .

Il progetto sarà proposto fra il padiglione nei Giardini e la sede dell'Istituto di Cultura e ricerca umanistica rumeno a Venezia.



lunedì 28 gennaio 2019

Arshile Gorky a Ca' Pesaro





Nell’anno della Biennale di Venezia la Fondazione Musei Civici di Venezia presenterà una importante mostra dedicata a Arshile Gorky negli spazi di Ca’ Pesaro. Si tratterà della prima retrospettiva italiana su questo artista considerato una delle figure chiave dell’arte americana del XX secolo.

La mostra prenderà in considerazione le tappe della straordinaria carriera di Gorky dai primi lavori degli anni Venti, in cui il suo approccio alla pittura è fortemente connotato dal rapporto con le composizioni di Cézanne, passando per i punti più alti del suo studio da autodidatta dei maestri e dei movimenti moderni, fino ad arrivare alla fase in cui tutti questi stimoli confluiscono in una potente e singolarissima visione.

Arshile Gorky: 1904-1948 si propone di evidenziare come, sin dalle fasi precoci della sua carriera, quando è apparentemente soggiogato dal lavoro dei grandi maestri del passato, la voce artistica di Gorky sia già presente, e vada rafforzandosi mano a mano che il suo lavoro progredisce. La sezione finale della rassegna mostrerà con quale forza l’energia pittorica e l’immaginazione di Gorky si uniscano ad un rinnovato incontro con la natura, nei paesaggi della Virginia e del Connecticut, durante le estati del 1942-45. Una selezione di questi capolavori maturi, con la loro gamma di surreale, di astratto, di figurativo, rivela un artista al culmine del suo straordinario potere creativo. La qualità inimitabile delle ultime opere fu riconosciuta dal poeta surrealista André Breton che, nella prefazione al catalogo di una mostra di Gorky del 1945, la descrisse come un “ibrido”, riconoscendo la complessità con cui Gorky evocava il mondo naturale, unendolo a una moltitudine di memorie personali e influenze diverse.

Accanto ai dipinti, la mostra includerà una selezione di lavori su carta che dimostrano la mano incredibile di Gorky.

I lavori esposti giungeranno da collezioni internazionali sia istituzionali che private: tra queste la Tate di Londra, la National Gallery of Art di Washington DC, il Whitney Museum of American Art di New York, il Centre Pompidou di Parigi, Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, l’Israel Museum di Gerusalemme. In tutto saranno esposte circa 80 opere.

Un catalogo illustrato, con saggi delle curatrici, e testo a fronte in italiano e inglese, accompagnerà la mostra.

Arshile Gorky: 1904-1948 è curata da Gabriella Belli e Edith Devaney.

Gabriella Belli è storica dell’arte e Direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.

Edith Devaney è curatrice alla Royal Academy of Arts di Londra, per la quale ha recentemente curato la fortunata mostra “Abstract Expressionism” (2016) che includeva una galleria dedicata a Arshile Gorky.

La mostra è realizzata in collaborazione con The Arshile Gorky Foundation.




Arshile Gorky
Lago Van, Anatolia Ottomana (attuale Turchia), 15 aprile 1904 – Sherman, Connecticut (Stati Uniti), 12 Luglio 1948.
Nato Vostanik Manoug Adoian, Arshile Gorky si rifugiò negli Stati Uniti insieme alla sorella a 15 anni, per sfuggire al genocidio armeno. Due anni dopo si iscrisse alla New School of Design di Boston, Massachusetts, dove studiò sino al 1924. In quello stesso anno si spostò a New York per insegnare a tempo pieno alla School of Painting and Drawing presso la Grand Central School of Art. Gorky fu uno dei primi artisti a partecipare al Federal Art Project lanciato dal governo americano nel 1935, per il quale dipinse diverse serie di murali al Floyd Bennett Field a Brooklyn e all’aeroporto di Newark. Nel 1935 firmò anche un contratto di tre anni con la Guild Art gallery di New York. La sua prima retrospettiva museale aprì al San Francisco Museum of Modern Art nel 1941. A metà degli anni Quaranta attraversò un periodo produttivo ricco di soddisfazioni personali e artistiche, segnato dalla nascita delle due figlie e dal rapporto felice con la natura.
Nel 1948, a seguito di un periodo di turbamento personale e problemi di salute, Gorky si impiccò in un capanno vicino alla sua casa.

Oltre ad aver dato vita ad un corpus di opere di grande importanza e di immediata riconoscibilità, Gorky ha lasciato in eredità anche una visione unica che lo colloca tra i principali protagonisti nello sviluppo del movimento dell’Espressionismo Astratto. La singolare capacità di Gorky di comprendere e assimilare i diversi movimenti del Novecento lo distinse come figura centrale, tale da influenzare molti altri artisti, a partire da Willem de Kooning, che lo riconobbe come forza trainante tra i pittori del suo tempo, fino a Cy Twombly, Helen Frankenthaler, Jack Whitten.



Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia

La Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia ha sede nel magnifico palazzo di Ca’ Pesaro, sorto nella seconda metà del XVII secolo per volontà della famiglia Pesaro, su progetto del massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena.
Il Palazzo viene donato nel 1898 alla città dalla sua ultima proprietaria, la Duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, al fine di creare il primo centro di produzione ed esposizione dell’arte moderna a Venezia. Nata nel 1902 per volontà del Comune, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna accoglie le opere acquisite alle Biennali di Venezia e, tra il 1908 e il 1924, le storiche Mostre Bevilacqua La Masa, che favoriscono una giovane generazione di artisti tra cui Umberto Boccioni, Felice Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini. La collezione si arricchisce nel tempo attraverso acquisti e donazioni e conta oggi più di 5.000 opere tra pittura, grafica e scultura.

Fin dagli anni settanta Ca’ Pesaro ha ospitato significative rassegne monografiche su autori italiani e stranieri, tra cui Mark Rothko nel 1970 e Robert Rauschenberg nel 1975, e negli anni più recenti ha organizzato numerose esposizioni dedicate ai maestri del ‘900 o a temi interdisciplinari di grande attualità, tra cui “Cy Twombly. Paradise” (2015), “Culture Chanel. La donna che legge” (2016), “William Merritt Chase. Un pittore tra New York e Venezia” (2017), “David Hockney. 82 Ritratti e 1 natura morta” (2017), “Epoca Fiorucci” (2018).

Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Santa Croce 2076, Venezia


Padiglione nordico




(a destra) Ane Graff, Maria Teeri, Janne Nabb, Ingela Ihrman, Leevi Haapala e Piia Oksanen Venezia, 2018, 
Foto: Galleria Nazionale Finlandese / Pirje Mykkänen

Inizia ora a vedere alcuni padiglione che hanno già definito il progetto espositivo.

Iniziamo dal Padiglione Nordico che col titolo "Rapporto meteo: previsioni future" ci fa subito capire dove si vuole andare a parare.

Il grande e ancora troppo sotto valutato tema del cambiamento climatico è al centro del lavoro del duo artistico Janne Nabb e Maria Teeri per la Finlandia, Ane Graff per la Norvegia e Ingela Ihrman per la Svezia.

La mostra affronterà in chiave creativa le questioni sulle relazioni complesse e varie tra gli esseri umani e gli altri organismi viventi in un'epoca in cui il cambiamento del clima ci rende sempre più compagno di una probabile estinzione di massa sulla Terra.




domenica 27 gennaio 2019

Prossimamente Biennale




Ralph Rugoff, da diversi anni direttore della storica Hayward Gallery di Londra, è stato nominato l’anno scorso come curatore del progetto principale della Biennale.


In questi ultimi anni le proposte dei precedenti curatore dei progetti curatoriali sono state molto auliche ma anche spesso noiosette.

Per questa edizione è stato scelto il titolo "May You Live in Interesting Times", un’espressione della lingua inglese che è stata a lungo erroneamente attribuita a un’antica maledizione cinese, che evoca periodi di incertezza, crisi e disordini; “tempi interessanti” appunto, come quelli che stiamo vivendo.

Ralph Rugoff spiega così la sua scelta:
«In un'epoca nella quale la diffusione digitale di fake news e di "fatti alternativi" mina il dibattito politico e la fiducia su cui questo si fonda, vale la pena soffermarsi, se possibile, per rimettere in discussione i nostri punti di riferimento. In questo esempio specifico, si dà il caso che non sia mai esistita un "antico anatema cinese", nonostante i politici occidentali lo citino nei loro discorsi da oltre un secolo. Questa espressione, pur essendo frutto dell’immaginazione, un surrogato culturale, ha avuto però un effetto reale nella retorica e nel dibattito pubblico. Tale artefatto di incerta natura, sospetto ma anche ricco di significati, apre a potenziali percorsi di approfondimento che vale la pena perseguire, soprattutto in questo momento storico in cui i "tempi interessanti" che invoca sembrano essere di nuovo con noi. Per questo la 58. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia prenderà il titolo da un falso anatema.»
«La 58. Esposizione Internazionale d'Arte non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell'arte che includa sia il piacere che il pensiero critico.»


Come da copione l’elenco degli artisti selezionati non è ancora stato reso pubblico, ma molto fa pensare che potrebbero esserci molti degli artisti che il curatore inglese da diversi anni segue e propone nei suoi progetti, come Ed Ruscha, Jeremy Deller, Carsten Holler e George Condo. Nomi alquanto celebri che sicuramente potrebbero essere anche garanti di progetti di un certo spessore.

Gli spazi dell’Arsenale e del Padiglione Centrale sono sempre molto difficili da allestire.

L’Arsenale è uno incredibile luogo dalla scomoda forma di un lungo corridoio mentre il Padiglione dei Giardini è una serie di stanze che si succedono in modo anomalo, per cui non sono facili da gestire per gli allestimenti curatoriali. 

Ma attendiamo ancora alcune settimana e scopriremo questa nuova emozionante edizione della Biennale Arti Visive di Venezia.



sabato 26 gennaio 2019

News..




Eccovi alcune recenti informazioni sulla prossima Biennale di Venezia Arti Visive.


E' "Regaining Memory Loss” il titolo dell’intervento che Djorde Ozbolt realizzerà presso il Padiglione Serbo, si  tratterà di un ampio intervento pittorico nel crudo stile dell’artista.

Saranno delle opere video che invaderanno il Padiglione del Brasile con i lavori di Bárbara Wagner e Benjamin de Burca.

Il Padiglione islandese sarà un psichedelico antro mitico ideato da Hrafnhildur Arnardóttir/Shoplifter.

Gli spazi della Mongolia saranno vissuti dagli ambienti sonori di Carsten Nicolai eE. Jantsankhorol.

Confermata anche la partecipazione del Madagascar, è la prima volta, con l’artista Joël Andrianomearisoa e troverà spazio dell’Arsenale.

Red Regatta



Fra i tanti eventi che si svolgeranno a Maggio ci sarà anche la Red Regatta  un progetto di arte pubblica indipendente creato dall'artista Melissa McGill che attiverà sulla laguna e per i canali di Venezia una regate su larga scala con vele rosse dipinte a mano.

 La Red Regatta sarà lanciata a maggio 2019 e si svolgerà in più parti durante la 58a Biennale di Venezia. Il progetto riunirà più di duecentocinquanta partner veneziani che lavorano a stretto contatto con l'artista, che vanno dai marinai locali agli artigiani e agli studenti d'arte, per presentare un lavoro performativo senza precedenti, site-specific che richiama l'attenzione sulle questioni centrali che affronta Venezia oggi: il dislocamento dei suoi residenti a causa dell'imminente minaccia del cambiamento climatico, dell'aumento del livello del mare e del turismo di massa nella regione.

La Red Regatta è la prima opera d'arte ad essere registrata come una regata pulita ed è resa possibile grazie a una partnership in corso con l'Associazione Vela al Terzo Venezia, un'organizzazione che si dedica a preservare questa tradizione marittima. I membri dell'associazione salperanno le loro barche per tutta la durata del progetto, alcuni portando la propria nave tramandata da generazioni.

McGill è un artista di New York che in precedenza viveva a Venezia e continua a essere impegnato con la città. Red Regatta emerge dalla storia dell'artista di progetti di pratica sociale e precedenti lavori a Venezia, come il suo progetto 2017 The Campi. Il progetto Red Regatta è guidato da McGill, la curatrice Chiara Spangaro e la responsabile del progetto Marcella Ferrari ed è co-organizzata da Magazzino Italian Art Foundation a Cold Spring, NY. Altri partner includono No Longer Empty, Fractured Atlas e Golden Artist Colors, Inc.

martedì 15 gennaio 2019

Prossimamente Venezia




Mancano pochi mesi all’avvio della 58a edizione della Mostra Internazionale d'Arte -Biennale di Venezia che sarà curata da Ralph Rugoff che col titolo "May You Live in Interesting Times" guarderà ai grandi cambiamenti socio-economici del nostro presente.

Ma come sempre l’unicità dell’evento veneziano sono i Padiglioni stranieri che nella loro indipendenza sono portatori di novità creative spesso lontane dal sistema dell’arte più consolidato e spesso monotono.

Proprio questa edizione sembra particolarmente stimolante per le variegate proposte delle diverse nazioni che finalmente abbandono i nomi più modaioli per tante proposte alternative, dove spesso l’arte diventa sempre più un mezzo per fare comunità e non solo abbellimento. 

Tantissime le presenze femminili e i gruppi partecipati in cui l’arte è dinamico valore umano e sociale.

Da mese il mio sito segue le presentazioni e colpisce come siano tantissimi i paesi che guardano all’evento in modo fresco e costruttivo.

Sono tantissime le partecipazioni femminili che vanno dall’artista georgiana Anna K.E.Larissa Sansours per la Danimarca, Shirley Tse per Honk Kong, Shoplifter per l’Islanda fino alla recente vincitrice del Turner Prize 2018 Charlotte Prodger, fra i gruppi paiono molto interessanti quelli dell'Indonesia o il Canada



Vedremo fra poche settimane se queste proposte manterranno le speranze proposte.