mercoledì 19 giugno 2019

Fra pittura e concettualismo




 Come sempre doppia la proposta della Fondazione Pinault che negli spazi della Punta della Dogana propone il progetto espositivo "Luogo e Segni".


Mentre nel l'elegante Palazzo Grassi c’è una grande monografia su Luc Tuymans.

Due progetti molto fragili, quello alla Punta della Dogana, per il rivedere opere già proposte troppo spesso negli stessi spazi e per una serie di lavori alquanto lievi, forse troppo; alcune opere però valgono il giro in queste troppo grandi stanze, come Berenice Abbott, R.H. Quaytman, Lala Rukh e Hicham Berrada.


 

Più delicata la situazione a Palazzo Grassi dove, se due anni fa’ l’opera di Damien Hirst invadeva perfettamente questi luoghi, ora tutto pare così desertico.

La pittura di Luc Tuymanse molto semplice, alquanto debole, i soggetti delle opere non trasmettono emozioni, forse sono quadri perfetti per stanze contemporanee, dove tutti guardano sicuramente i pc o i nuovi meravigliosi maxi schermi. Una lunga storia di pittura che come il precedente Rudolf Stieghel, se non fosse per l’ottima campagna di sostegno delle gallerie, non se li filerebbe nessuno.

Dai tempi di Bacon non si vede più innovazione in pittura, forse qualche manierista, ma nessuno che sappia dare alla pittura freschezza e modernità.


L’attuale riscoperta di questa tecnica mette ancora più in evidenza questo limite, tanti pittori mediocri ma ben promossi che invadono gli spazi espositivi con opere che già pochi mesi dopo sono dimenticate, la stessa Biennale di quest’anno propone una caterva di bruttissimi quadri.

Tornando alla mostra ho trovato carina l’idea del mosaico d’ispirazione dolorosa, ma non bastano le intense tematiche a salvare nel complesso la mostra.

Per avere un minimo di senso basta che andiate a Ca’ Pesaro e vedendo la mostra su A.Gorky capirete che un quadro non è solo un oggetto ma una parte del vivere di un essere umano.




 



















Prossimamente a Parigi ... 










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