lunedì 20 giugno 2011
Indossare l'arte, la Fondazione Prada a Venezia
Nei giorni di apertura della Biennale l’evento più mondano e atteso è stato sicuramente l’inaugurazione della mostra della Fondazione Prada a Ca’ Corner della Regina, a pochi metri da Ca’ Pesaro nel sestiero di San Polo.
In realtà la Fondazione Prada da diversi anni, presso l’isola di San Giorgio Maggiore, nei magnifici spazi della Fondazione Cini, ha partecipato con eventi collaterali alla Biennale di Venezia, memoria di tutti la stupenda mostra di Thomas Demand o quella sulle opere di John Wesley.
Ma solo ora, attraverso l’accordo con la Fondazione Musei Civici di Venezia, ha una sua sede espositiva fissa in questo stupendo edificio, già sede dell’ASAC, Archivio Storico delle Arti Contemporanee.
Questa presenza, da molti criticata per il suo seguito “modaiolo”, ha espresso una positiva qualità nell’intervento e nella professionalità dell’esposizione che con l’altro mecenate del mondo della moda, Pinault, porta in laguna eventi e mostre di prestigio e qualità internazionale, che altri "professionisti del sistema arte" non sempre sanno raggiungere.
La Fondazione Prada prende corpo nel 1993 prima col nome “PradaMilanoArte” per poi assumere la sua denominazione attuale, sviluppando nei tanti anni diverse attività culturali, spaziando dall’arte all’architettura, attraversando il mondo del cinema e della filosofia, sempre con personaggi di spicco e con progetti innovativi.
Per l’apertura di questa nuova attività in questo stupendo edificio la Fondazione Prada presenta alcuni pezzi, della vasta collezione costituita da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, con alcuni progetti realizzati in collaborazione con diversi enti e personaggi della cultura internazionale.
Così, nelle diverse magnifiche stanze, già in parte restaurate, trovano ospitalità opere di Fontana, una stupenda “Cell” di Louise Bourgeois, i magnifici “Void Field” di Anish Kapoor, due pregiate “tele” di Salvatore Scarpitta, ma anche reperti del Museum of Islamic Art e dal Mathaf Arab Museum of Modern Art di Doha, opere dall’Ermitage di San Pietroburgo, tutti importanti strutture culturali internazionali con cui la Fondazione Prada stessa collabora da diversi anni.
Sono anche proposti particolari progetti che la Fondazione Prada ha concepito in altre località come l’iniziativa di Carsten Höller del temporaneo bar The Double Club a Londra o i progetti video di Nathalie Djurberg presentati a Milano anni fà.
Molto interessante la sezione dedicata a Rem Koolhaas e il suo studio AMO, architetto di fiducia del gruppo milanese, che presenta progetti e bozzetti già realizzati ma soprattutto i futuri spazi che la Fondazione Prada aprirà al pubblico a Milano in Largo Isarco nel prossimo 2013.
L’insieme delle mostra offre così una positiva immagine di una fondazione culturale aperta e in sviluppo. Raro esempio, nel nostro paese per continuità e qualità.
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