Ralph Rugoff, da
diversi anni direttore della storica Hayward
Gallery di Londra, è stato nominato l’anno scorso come curatore del
progetto principale della Biennale.
In questi ultimi
anni le proposte dei precedenti curatore dei progetti curatoriali sono state molto
auliche ma anche spesso noiosette.
Per questa edizione
è stato scelto il titolo "May You Live in Interesting Times", un’espressione della lingua inglese che è stata a lungo
erroneamente attribuita a un’antica maledizione cinese, che evoca periodi di
incertezza, crisi e disordini; “tempi interessanti” appunto, come quelli che
stiamo vivendo.
Ralph Rugoff spiega così la sua
scelta:
«In un'epoca nella quale la diffusione
digitale di fake news e di "fatti alternativi" mina il dibattito
politico e la fiducia su cui questo si fonda, vale la pena soffermarsi, se
possibile, per rimettere in discussione i nostri punti di riferimento. In
questo esempio specifico, si dà il caso che non sia mai esistita un
"antico anatema cinese", nonostante i politici occidentali lo citino
nei loro discorsi da oltre un secolo. Questa espressione, pur essendo frutto
dell’immaginazione, un surrogato culturale, ha avuto però un effetto reale
nella retorica e nel dibattito pubblico. Tale artefatto di incerta natura,
sospetto ma anche ricco di significati, apre a potenziali percorsi di
approfondimento che vale la pena perseguire, soprattutto in questo momento
storico in cui i "tempi interessanti" che invoca sembrano essere di
nuovo con noi. Per questo la 58. Esposizione Internazionale d'Arte della
Biennale di Venezia prenderà il titolo da un falso anatema.»
«La 58. Esposizione Internazionale d'Arte
non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al
fare arte e una visione della funzione sociale dell'arte che includa sia il
piacere che il pensiero critico.»
Come da copione
l’elenco degli artisti selezionati non è ancora stato reso pubblico, ma molto
fa pensare che potrebbero esserci molti degli artisti che il curatore inglese
da diversi anni segue e propone nei suoi progetti, come Ed Ruscha, Jeremy Deller, Carsten Holler e George Condo. Nomi
alquanto celebri che sicuramente potrebbero essere anche garanti di progetti di
un certo spessore.
Gli spazi
dell’Arsenale e del Padiglione Centrale sono sempre molto difficili da
allestire.
L’Arsenale è uno
incredibile luogo dalla scomoda forma di un lungo corridoio mentre il
Padiglione dei Giardini è una serie di stanze che si succedono in modo anomalo,
per cui non sono facili da gestire per gli allestimenti curatoriali.
Ma attendiamo
ancora alcune settimana e scopriremo questa nuova emozionante edizione della
Biennale Arti Visive di Venezia.
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