Dopo la Biennale è la volta del ricco panorama esterno, iniziamo dalle dinamiche realtà private.
Infatti in questi ultimi anni la città di Venezia ha attratto alcune delle più note fondazioni d’arte private del mondo, facciamo una rapida carrellata fra le tante proposte, alcune assolutamente da non lasciarsi sfuggire.
Iniziamo dalla Punta della Dogana, che maestosa si erge sulla laguna, con una discreta mostra. L’ingresso avviene con l’opera di Philippe Parreno "Marquee" memoria di un avvio che preannuncia multi-visioni. Fra le opere più stimolanti si ripresentano i lavori di Roni Horn, che mi piacciono tanto, una bella serie di opere di Mark Grotjahn e due enormi dipinti di Zeng Fanzhi. Particolarmente interessante il confronto fra il gruppo giapponese Mono-Ha e quello italiano dell’Arte Povera.
Punta della Dogana, Zeng Fanzhi
La seconda sezione della vasta proposta della Collezione Pinault prosegue con Palazzo Grassi con l’intervento e le opere di Rudolf Stingel. E’ proprio, nel suo complesso, una grande iniziativa da non perdere, emozionante.
Palazzo Grassi, intervento di Rudolf Stingel
Ora che la proposta si integra dell’intervento di recupero del Teatrino di Palazzo Grassi, a cura dell'architetto Tadao Ando, si aggiunge un nuovo tassello per render ancora più variegata la ricca proposta da questa dinamica fondazione francese.
Interessante, anche se un poco aleatorio, il progetto alla Fondazione Prada sulla storica mostra di Harald Szeeman "When Attitudes Become From: Bern 1969/Venice 2013".
Pare che questa nuova esposizione confermi l’eccesso di enfasi su un progetto che era sì innovativo, ma che ora risulta molto debole e lascia perplessi visto la deriva imborghesita di quasi tutti i “rivoluzionari” artisti di quell’epoca, per cui pare più un monito critico alla vacuità del fare artistico, il progetto in se comunque è molto ben curato.
Fondazione Prada, Ca' Corner della Regina
Il Peggy Guggenheim propone due progetti, la collezione Schulhof, che integra al presente, la già vasta raccolta, con oltre ottanta pezzi fra gli anni sessanta e ottanta, e i papiers collés di Robert Motherhall, una mostra che mette in luce una ricerca artistica molto trasversale.
Fondazione Peggy Guggenheim, collezione Schulhof
Semplice intelligente e bello quello dell’Espace culturale della Louis Vuitton, che da poco ha aperto nel centro di Venezia, dietro a piazza San Marco, con l’intervento di Tony Oursler che dialoga con l’opera "La morte di Otello" di Pompeo Marino Molmenti, opera in custodia a Ca' Pesaro, restaurata recentemente col supporto della maison stessa, un approccio fresco, rispettoso e intelligente, che mette in risalto uno stile unico.
Opera di Tony Oursler intervento esterno alla Maison Louis Vuitton di Venezia.
../. continua (da equilibriarte.net)
Nessun commento:
Posta un commento