Fra i tanti progetti presentati in questi giorni a Venezia questo sicuramente è fra i più sensati, si tratta di una iniziativa di lungo respiro realizzata da Mark Bradford con la Cooperativa Sociale Rio Terà dei Pensieri, che supera di gran lunga una serie di proposte pompose ma con contenuti molto limitati.
CS
La collaborazione fra l'artista statunitense e la cooperativa veneziana inizia nel 2016, mentre l’artista era a Venezia per preparare la sua partecipazione alla 57° Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, come rappresentante degli Stati Uniti d’America.
Bradford voleva un rapporto con la città che andasse oltre il circuito dell’arte e cercando nel tessuto sociale ha incontrato il progetto di Rio Terà dei Pensieri. Incuriosito e stimolato dai racconti sulle attività della cooperativa, ha voluto visitare personalmente i laboratori in carcere, incontrare i detenuti e le detenute e condividere alcune fasi del loro lavoro, fino alla decisione di partecipare in prima persona a questo progetto.
L’artista ha sfruttato il palcoscenico mondiale della Biennale per mettere in luce e sostenere un modello di cooperazione sociale che interviene nel contesto penitenziario attraverso la creazione di opportunità lavorative per i detenuti e per chi torna in libertà.
Da questo incontro è nato Process Collettivo, un progetto che si basa sul principio di ascolto e sul principio di offerta: a partire dall’ascolto dei bisogni della comunità reclusa – bisogno di lavoro, certo, ma anche bisogno di “essere visti” e di aumentare l’interesse verso di sé – incrementare l’ offerta di una più vasta gamma di esperienze ed opportunità per questa stessa comunità.
Per mettere in pratica questi principi servono iniziative pratiche, ed è su questo terreno che è iniziata la collaborazione, aprendo un punto vendita dei prodotti fatti in carcere, in centro a Venezia. Un luogo dove i detenuti oltre che produttori, sono diventati essi stessi promotori, trovando spazi e momenti di condivisione con l’esterno.
Oggi il lavoro in carcere è diventato una realtà diffusa su quasi tutto il territorio nazionale e l’idea che anche in carcere si possano realizzare esperienze lavorative di qualità, che offrono la possibilità alle persone recluse di avere spazi di libertà, confronto e soddisfazione, è entrata a far parte della normalità: si tratta di un cambiamento culturale che la cooperativa Rio Terà dei Pensieri contribuisce a diffondere.