Le mostre allestite nel centro di Venezia sono tantissime, sicuramente spesso aiutate dalle belle stanze degli antichi palazzi, che come sempre salvano certe proposte a volte mediocri.
Ma vediamo le cose che più mi hanno favorevolmente colpito. Iniziamo con l’ interessante progetto interattivo di Rafael Lozano – Hemmer per il Messico, li vicino c’è anche il Padiglione Rom che in un ambiente alquanto kitcht risulta dopo quello ipertecnologico messicano più allegro, anche se non particolarmente interessante.
A Palazzo Fianchetti alcuni artisti in rappresentanza di Singapore, con proposte molto algide, un poco più in là i bei video di Susan Norrie a Palazzo Giustinian Lolin, mentre qualche calla dopo c’è il Lussemburgo a Cà del Duca con le suggestioni di vita di un viaggiatore di Jill Mercedes. Molto interessante al Fondaco Marcello il Portogallo con il lavoro di Angela Ferriera su Jan Prouvè. Mentre in uno spazio veramente triste alla Giudecca L’Azerbaijan riesca a proporre degli artisti molto interessanti. Altro spazio marginale per una discreta mostra, la Ludoteca Santa Maria Ausiliatrice, dove c’è la Lituania, rappresentata dal progetto di Nomea & Gediminas Urbonas sull’ambasciata e i suoi piccioni. Nel minimale Palazzo Malipiero la Repubblica di Cipro propone dei lavori in collage di Haris Epaminonda.
Si affaccia sul canal Grande il Palazzo Bianchi Michiel dove l’Islanda, spostata dai Giardini, ha trovato ospitalità con un progetto dal forte impatto grafico di Steingrimur Eyfjord.
Ospite della Fondazione Querini Stampalia la Croazia con i suggestivi lavori di luce di Ivana Franke. Ma forse il punto più ampio è Palazzo Zenobio dove sono state concentrate diverse nazioni: Armenia, Australia, Paesi Latino-Americani e Scozia. Che nel complesso valgono un giro.
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