
Mancano pochi giorni all’inaugurazione della prossima Biennale Arti Visive di Venezia, giunta alla sua 54 edizione.
Sicuramente l’evento più importante al mondo dell’affascinante mondo dell’arte contemporanea.
Tantissimi gli eventi proposti, proviamo allora a fare un pratico elenco proponendo in diverse tappe un percorso per spazi fisici, forse il modo più pratico per non perdersi nei tanti rii, campi e calle di Venezia, evitandosi così stanche camminate.
Iniziando quindi dal luogo storico dei Giardini, dove tutto è iniziato tantissimi anni fa.
Entrando dalla biglietteria incontriamo subito alla nostra sinistra il Padiglione Spagnolo che quest’anno presenta l’artista Dora Garcia, subito accanto ci sarà quello del Belgio con Angel Vergara e la curatela di un altro artista, Luc Tuymans.
Si prosegue poi col l’Olanda con una particolare collettiva composta da EventArchitectuur (Herman Verkerk e Paul Kuipers), Yannis Kyriakides, Maureen Mooren, Joke Robaard, Johannes Schwartz e Barbara Visser
Ecco ora il grande palazzo dell’Esposizione che accoglierà il progetto di Bice Curie, nei diversi spazi troveranno accoglienza tante opere fra il presente e il passato, tra cui le tre grandi tavole del Tintoretto.
Uscendo ora a destra c’è il Padiglione della Finlandia, progettato da Alvar Aalto nel 1956, con Vesa-Pekka Rannikko poi proseguendo verso il canale quello dell’Ungheria che presenterà l’artista Hajnal Németh.
Ora attraversiamo il ponte e ci dirigiamo subito dritti al centrale Padiglione Brasiliano in cui saranno esposte le opere di Artur Barrio.
Proseguendo a sinistra in fondo c’è quello dell’Austria, costruito nel 1934 da un progetto di Josef Hoffmann, con i lavori di Markus Schinwald. Poi una serie in successione di Padiglioni che inizia da quello della Serbia con “Light and darkness of the symbols” di Todosijevic Dragoljub Raša, poi L’Egitto con Ahmed Basiony , la Polonia con il richiestissimo Yael Bartana e il suo progetto “… and Europe will be stunned” e si conclude il blocco col Padiglione della Romania con Performing History di Ion Grigorescu, Anetta Mona Chisa, Lucia Tkacova.
In mezzo il Padiglione Venezia che quest’anno è stato ristrutturato grazie al supporto della Louis Vuitton e della Arzanà Navi SpA che ospita le opere dell’artista veneto Fabrizio Plessi.
Opposto a quello dell’Austria il Padiglione Greco con Diohandi.
Ritorniamo oltre il ponte ed incrociamo a sinistra il Padiglione d’Israele con i lavori di Sigalit Landau, poi il Padiglione degli Usa col duo Jennifer Allora e Guillermo Calzadilla. Passando dietro si incontra quello dell’ Uruguay con gli artisti Alejandro Cesarco, Magela Ferrero, a cui segue il Padiglione condiviso dalla Repubblica Ceca e dalla Slovenia che offre l’intervento di Dominik Lang.
Immerso fra le piante il Padiglione dell’Australia con Hany Armanious, e poi il pomposo spazio della Francia che propone Christian Boltanski nel suo ennesimo gioco sulla memoria che gli ha dato sempre tanto successo.
Nel punto più alto del viale si erge la Gran Bretagna che presenta l’artista Mike Nelson e accanto a destra il modernista Padiglione del Canada, dove ci saranno i lavori di Steven Shearer.
Scendiamo ora sul grande vialone che ospita subito a sinistra la Germania con un ricordo a Christoph Schlingensief, poi il Giappone con le animazioni video di Tabaimo. Posto un poco di lato il Padiglione della Corea che avrà Lee Yongbaek.
Segue il Padiglione della Russia con l’evento “Empty Zones” che vede partecipi Andrei Monastyrski e the ‘Collective Actions’ Group (Nikita Alexeev, Elena Elagina, Georgy Kizevalter, Igor Makarevich, Andrei Monastyrski, Nikolai Panitkov, Sergei Romashko, Sabine Hänsgen).
Poi c’è il Padiglione del Venezuela, ideato nel 1954 da Carlo Scarpa, con le opere di Francisco Bassim, Clemencia Labin, Yoshi, e accanto il Padiglione della Svizzera che qui propone Thomas Hirschhorn mentre al Teatro Fondamenta Nove offre Pauline Boudry / Renate Lorenz, Tim Zulauf / KMUProduktionen.
Sul lato opposto segue il padiglione dei paesi nordici, che si alternano, quest’anno c’è la Svezia con Fia Backström e Andreas Eriksson.
E poi la Danimarca con gli artisti Agency, Ayreen Anastas e Rene Gabri, Robert Crumb, Zhang Dali, Stelios Faitakis, FOS, Sharon Hayes, Han Hoogerbrugge, Mikhail Karikis, Thomas Kilpper, Runo Lagomarsino, Tala Madani, Wendelien van Oldenborgh, Lilibeth Cuenca Rasmussen, Taryn Simon, Jan Švankmajer, Johannes af Tavasheden, Tilman Wendland.
E finalmente abbiamo finito i Giardini.