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giovedì 6 giugno 2013

La Biennale di Venezia, le cose più belle - Ecco una rapida carrellata sulle mostre più belle


Richard Mosse - Irlanda

Ora si è aperta la Biennale, dopo la settimana della vernice, sono passati alcuni giorni e le sensazioni che ho avuto si sono filtrate un poco, condivido così le esperienze che ho trovato più stimolanti. 

Inizio dal Padiglione dell’Irlanda con Richard Mosse, un’opera che ho apprezzato molto, per la sapiente miscela fra tema, elementi visivi, allestimento e qualità complessa dell’intervento, segue quello della Santa Sede per le stesse motivazioni. Una nota positiva per quello dell’Islanda posto presso Palazzo Zenobio, per l’uso dei materiali e per la dinamica fra la forma e lo spazio. 
Kimsooja - Corea

Altre segnalazioni per quelli della Corea, semplice, Danimarca, emozionante, Belgio, intenso, Cile, suggestivo, in cui la presenza delle opere è stata ben progettata, trovandovi un positivo rapporto fra senso del tema affrontato e lavoro realizzato. 

Il progetto di Gioni è stuzzicante ma in generale la qualità delle opere è troppo “compulsiva” per essere ricordata, non c’è un lavoro degno di memoria, anche se certi stimoli sono molto piacevoli. Soprattutto ai giardini l’eccesso di materiale alla fine penalizza la fruizione, già molto ricca. L’allestimento è molto ben curato anche se certi lavori potevano essere proposti in un modo meno algido. 

Berlinde De Bruyckere - Belgio

L’Arsenale scorre sempre in modo rapido in un susseguirsi di alterni momenti in cui però sfugge l’assorbimento. Ma questo penso sia più una dinamica degli spazi, suggestivi ma poco adatti per progetti espositivi così articolati, anche se con l’allestimento si è cercato di diminuire questa difficoltà.
 
Jesper Just - Danimarca 

Il Padiglione Italia è finalmente dignitoso, i lavori che mi hanno colpito di più quello di M.Maloberti e della R.Benassi. Forse gli artisti selezionati sono troppi, soprattutto se gli interventi sono molto grandi, come quello di F.Favelli e F.Arena che risultano penalizzato dalla collocazione. 

Studio Azzurro - Santa Sede

Delusioni soprattutto dal Padiglione della Francia (cioè Germania) vasto inutile e poco significativo, Paesi Scandinavi e Israele, cupi e confusi.

Sorpreso da quello del Kuwait ed Emirati Arabi. 

Nota, come sempre per le inutili code che si creano, il giorno dopo la vernice. Sabato, c’era molta meno gente e si poteva girare con molta più tranquillità. Visto che si invitano migliaia di persone nei giorni di opening sarebbe utile ampliare i tempi d’ ingresso offrendo così una fruizione più positiva sia agli operatori che al folto pubblico di collezionisti. 

Lasciamo ora la parte ufficiale per gli eventi collaterali. 

Alfred Jaar - Cile

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articolo da equilibriarte.net

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