La
Repubblica del Benin svela il titolo e il concept del suo padiglione
nazionale in vista della sua prima partecipazione alla 60. Esposizione
Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. La
Repubblica del Benin è lieta di annunciare il titolo e il concept del
suo padiglione nazionale in vista della sua prima partecipazione alla
60. Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia, in
programma da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024. Intitolata Everything Precious Is Fragile,
la mostra ripercorrerà la ricca storia del Benin approfondendo
tematiche quali la tratta degli schiavi, la figura dell’Amazzone, la
spiritualità e la religione Voodoo. Si addentrerà inoltre nella realtà
contemporanea raccontando il pensiero Gèlèdé, incentrato sul concetto di
rematriation: un’interpretazione femminista dell’idea di
“restituzione”, non solo legata agli oggetti, ma anche riferita al
ritorno alla filosofia e agli ideali di questa terra antecedenti
all’epoca coloniale.
Il curatore Azu Nwagbogu e il suo team – la curatrice Yassine Lassissi e lo scenografo Franck Houndégla – hanno selezionato quattro grandi artisti che rappresenteranno il Benin alla Biennale Arte 2024: Chloé Quenum, Moufouli Bello, Ishola Akpo e Romuald Hazoumè. Sotto
la guida di Azu Nwagbogu, gli artisti racconteranno il femminismo
africano ponendo l’accento sulla sua declinazione in Benin. Come afferma
José Pliya, committente del padiglione, “il Benin parteciperà così al grande ‘appuntamento del dare e del ricevere’, per citare Léopold Sédar Senghor”. Con
la sua presenza all’evento, il Benin dimostra il suo impegno nel
promuovere attivamente il proprio scenario artistico e culturale. La
scelta di prendere parte alla Biennale Arte 2024, inoltre, è in qualche
modo connessa alla recente restituzione, avvenuta nel 2021, di 26 tesori
sottratti alla famiglia reale all’epoca della colonizzazione francese
del regno di Danxomè. Sulla scia di questo avvenimento, la mostra Art du Bénin d’hier et d’aujourd’hui, de la restitution à la révélation (Arte del Benin di ieri e di oggi, dalla restituzione alla rivelazione),
allestita a Cotonou e attualmente riproposta in diversi Paesi, ha
preparato il terreno per la partecipazione del Benin alla 60.
Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia. Il Padiglione del Benin alla Biennale Arte 2024 è gestito dall’Agence de développement des arts et de la culture (ADAC,
l’agenzia beninese per lo sviluppo dell’arte e della cultura) per conto
del Ministero beninese del Turismo, della Cultura e delle Arti.
Concept curatoriale: Il
curatore Azu Nwagbogu e il suo team, composto da Yassine Lassissi e
Franck Houndégla, hanno individuato quattro tematiche legate alla storia
e alla cultura del Benin: la schiavitù, la figura dell’Amazzone, la
filosofia Gèlèdé e la religione Voodoo. A unire questi temi, il fil rouge del femminismo africano e, nello specifico, quello beninese. La
spiritualità Gèlèdé, rappresentata mediante l’uso di maschere,
simboleggia il potere spirituale delle madri nella società beninese,
mentre il soggetto iconico dell’Amazzone riporta alla memoria il potere
politico e militare di cui godevano le donne ai tempi del regno di
Danxomè. Analizzando la
storia della tratta degli schiavi emerge il ruolo fondamentale delle
donne nella lotta contro la schiavitù: si sono infatti opposte con
coraggio difendendo la loro stessa libertà. Infine, lo studio della
religione Voodoo mette in luce il contributo determinante delle donne
sia in veste di sacerdotesse sia come fedeli. |
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