Fondazione In Between Art Film presenta Nebula, la nuova mostra collettiva che aprirà al pubblico il 17 aprile 2024 al Complesso dell’Ospedaletto a Venezia in occasione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia.
Nebula esporrà otto nuove video installazioni site-specific commissionate a Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme (1983, Cipro/1983, USA), Giorgio Andreotta Calò (1979, Italia), Saodat Ismailova (1981, Uzbekistan), Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado (1974, Brasile/1973, Brasile), Diego Marcon (1985, Italia), Basir Mahmood (1985, Pakistan/Paesi Bassi), Ari Benjamin Meyers (1972, USA) e Christian Nyampeta. Tutte le otto opere sono commissionate e prodotte da Fondazione In Between Art Film, l’istituzione concepita da Beatrice Bulgari per promuovere la cultura delle immaginiin movimento e sostenere gli artisti, i musei e i teorici internazionali che esplorano il dialogo tra discipline e time-based media.
Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi – rispettivamente direttore artistico e curatore della Fondazione – la mostra si ispira al fenomeno della nebbia come condizione materiale e metaforica in cui la possibilità di orientarsi tramite la vista si riduce, rendendo necessario attivare strumenti sensoriali diversi per conoscere la propria posizione e comprendere ciò che ci circonda. In questo contesto, le opere di Nebula abbracciano forme di frammentazione psicologica, socio-politica, tecnologica e storica, e suggeriscono modalità per navigare il nostro tempo presente, spesso attraversato da elementi che, come la nebbia, appaiono immateriali e insormontabili.
Attraverso sensibilità artistiche e linguaggi tra loro differenti, le opere in mostra rivolgono l’attenzione a quegli spazi intimi e interiori di pensiero che si rendono necessari di fronte agli eventi dell’esistenza. I temi affrontati comprendono la scala globale della migrazione, le percezioni individuali della mortalità, la dimensione collettiva della memoria, le strutture di potere opprimenti e le forme storiche di violenza.
Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme presentano un nuovo adattamento di Until we became fire and fire us (2023—in corso). Questa video installazione multicanale mette al centro comunità che utilizzano il canto, la danza o la poesia come atti di resistenza politica alle conseguenze traumatiche del vivere in contesti dove distruzione e cancellazione sono continue.
Il film Nebula (2024) di Giorgio Andreotta Calò segue una pecora che vaga da sola all’interno del Complesso dell’Ospedaletto, proponendo una riflessione spaziale e metaforica sulla cura, la mortalità e la ricerca di senso.
Melted into the Sun (2024) di Saodat Ismailova è un viaggio visivo e poetico nell’eco culturale e politica che si è generata, attraverso secoli e luoghi diversi, dalle idee rivoluzionarie del profeta Al-Muqanna, una figura storica ambigua che ha vissuto in Asia centrale nell’VIII secolo.
La video installazione a tre canali Brown Bodies in an Open Landscape are Often Migrating (2024) di Basir Mahmood ripercorre, attraverso un approccio metacinematografico, i viaggi pericolosi che compiono migranti senza documenti dall’Asia meridionale all’Europa, tematizzando il paesaggio come spazio fisico ed esistenziale che gli esseri umani abitano e percorrono e dove talvolta cercano la salvezza.
Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado presentano la video installazione a due canali Acumulação Primitiva (Accumulazione Primitiva, 2024), una riflessione allegorica sulle origini del capitalismo, sul colonialismo e sull’etnocidio.
Fritz (2024) di Diego Marcon mostra un ragazzino che canta uno jodel all’interno di una legnaia illuminata da un’alba autunnale. Il suo canto è al tempo stesso un richiamo e un requiem composto solo da vocalizzi e suoni gutturali, cui fanno eco altre voci provenienti dall’esterno.
Composto da due partiture e un film, Marshall Allen, 99, Astronaut (2024) di Ari Benjamin Meyers si focalizza sul celebre sassofonista e attuale leader del leggendario gruppo jazz afrofuturista Sun Ra Arkestra, offrendo un’intensa esperienza musicale che intreccia i temi del tempo, dello spazio, della memoria e della trasformazione.
Il film di Christian Nyampeta, When Rain Clouds Gather (2024), ritrae tre amici artisti che discutono su come trascorrere il loro sabato sera mentre le notizie di guerre ingiuste e di crudeli stermini, insieme alle connessioni e alle divisioni nel mondo della cultura, entrano ed escono dalla loro conversazione.
Gli interventi scenografici e architettonici dello studio interdisciplinare 2050+, fondato da Ippolito Pestellini Laparelli, mirano a tradurre nello spazio le diverse condizioni visive, acustiche, tattili e mentali della nebulosità. A volte solida e concreta, altre eterea e immateriale, la strategia architettonica esalta od offusca i sensi a seconda delle opere e crea momenti in cui la luce e il suono tracimano i confini delle installazioni. La geografia del Complesso dell’Ospedaletto sarà trasformata in un ecosistema di ambienti diversi – alcuni già esistenti e altri inseriti appositamente – amplificando l’esperienza delle video installazioni e consentendo al pubblico di perdere temporaneamente la possibilità di orientarsi.
Nebula, che in latino significa “nuvola” o “nebbia”, è il secondo capitolo di una serie di mostre organizzate a Venezia e continua la ricerca sugli stati della visione e della percezione extra-visiva già iniziata nel 2022 con Penumbra.
Nebula sarà accompagnata da un simposio interdisciplinare curato da Bianca Stoppani, Editor della Fondazione In Between Art Film, che coinvolgerà gli artisti presenti in mostra ed espanderà il dibattito riguardo alle loro pratiche attraverso momenti discorsivi con curatori e intellettuali internazionali.
A cura di Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi con Bianca Stoppani, nell’autunno 2024 verrà pubblicato il catalogo che riflette sulla realizzazione di Nebula e includerà testi appositamente commissionati sulle nuove opere di Basel Abbas e Ruanne Abou-Rahme, Giorgio Andreotta Calò, Saodat Ismailova, Cinthia Marcelle e Tiago Mata Machado, Diego Marcon, Basir Mahmood, Ari Benjamin Meyers, e Christian Nyampeta.
Il Complesso dell’Ospedaletto è uno spazio culturale che fa parte di Ospedaletto Contemporaneo, un’iniziativa promossa da Venews Arts.
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