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venerdì 17 maggio 2019

A o B pari sono




Due spazi due mostre, un gioco di confronto che il curatore, Ralph Rugoff, ha ideato in forma aperta, svincolandosi dai tanti progetti utopici spesso troppo fragili nel contenere le opere proposte.

Si potrebbero vedere come un rimando di specchi in cui ci sono due riflessi, punti diversi di una visione sul nostro intenso presente.

Spesso hanno forti similitudini, spesso sono completamente diversi, come è diversa ogni esperienza artistica che viene creata da un’artista che si evolve e sviluppa la sua riflessione produttiva.

Nel complesso il risultato è un poco confuso, la vicinanza fra opere tecnologiche e tradizionali mettono in risalto il grande distacco dei percorsi artistici e una certa consapevolezza che le cose stanno trasformandosi in modo inevitabile su strade forse troppo complesse per l’arte.




Come sempre l’Arsenale è uno spazio difficile che la soluzione a moduli non pare ottimale, troppi punti in cui si formano imbuti e altri troppo vasti, ma anche lo spazio del Padiglione Esposizione risulta molto confuso, ci saranno pochi artisti ma ci sono sempre troppe opere.

Nel complesso si ha una sensazione generale di tempi folcloristici, che siano le etnie o che manifestano sottogruppi sociali, quasi sempre con risultati più documentativi che artistici.

Costante la sensazione generale di un futuro dalle tinte oscure ma che cose sempre possono sorprenderci con altri sviluppi.

Fra i lavori che più mi hanno colpito sicuramente il grande impatto dell’opera/robot Kuka di Sun Yuan e Peng Yun ma sono poi moltissimi i lavori più profondi e delicati, opere fragili come la barriera corallina di Christine e Margaret Wertheim, lo spazio poetico di Shilpa Gupta, il fragile fiume di Otobong Nkanga, la scultura di Liu Wei il diradarsi delle nuvole di Tomás Saraceno o i brevi video di ultra pop di Alex Da Corte.

Proprio sui video si nota un grande ritorno, ma non capisco il perché visto il tedio che propongono, grande inutile recupero anche per la pittura di cui non si vede il motivo visto la bassa qualità e banalità compositiva. 



Eccovi ora un poco di foto 



































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