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giovedì 19 maggio 2011
Julian Schnabel. Permanently Becoming and the Architecture of seeing
Dal 4 giugno al 27 novembre 2011 il Museo Correr di Venezia dedica un’importante rassegna a Julian Schnabel, celebre artista newyorkese dal poliedrico spirito creativo.
La mostra “Julian Schnabel. Permanently Becoming and the Architecture of seeing” è prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e realizzata grazie al fondamentale contributo di Maybach, main sponsor dell’evento, e di BNL Gruppo BNL Paribas.
Il percorso espositivo, a cura di Norman Rosenthal, presenta oltre quaranta opere che ripercorrono la carriera artistica di Julian Schnabel dagli Anni ‘70 ad oggi offrendo l’opportunità di ammirare dipinti e sculture di un grande creativo considerato un fenomeno americano a tutto tondo. La retrospettiva illustra la sua poetica fortemente ispirata a Jackson Pollock e Cy Twombly, ma basata anche sulla tradizione europea e mediterranea che ricorda lo stile dei vecchi maestri spagnoli e italiani - come El Greco e Tintoretto - e che interpreta rimandi letterari e culturali, antichi e moderni da Omero a Eschilo, all’arte dei grandi maestri, da Giotto a Goya, da Antoni Gaudí a Pablo Picasso.
Pittore, scultore e regista di fama internazionale, Julian Schnabel si contraddistingue per la sua stupefacente capacità metamorfica e la travolgente forza espressiva che comunica attraverso le sue opere. Un talento nato dalla pittura che lo porta a sondare più campi artistici e a cimentarsi nel mondo del cinema dove riesce come ottimo regista con i film Basquiat del 1996, Prima che sia notte del 2000 (vincitore del premio Grand Jury al Festival del Cinema di Venezia), Lo Scafandro e la Farfalla del 2007 (vincitore del premio per il miglior regista al Festival di Cannes). La produzione cinematografica di Schnabel è strettamente correlata alla sua produzione artistica al punto che i suoi film possono essere considerati un naturale proseguimento della sua vena pittorica.
Solitamente noto come il pittore dei plate paintings, Schnabel in realtà ha utilizzato una serie infinita di supporti e materiali variegati per la realizzazione delle sue opere passando dal velluto alla tela cerata, da pezzi di legno provenienti da tutto il mondo a vele, fotografie, tappeti, teloni e in generale a qualunque superficie piatta che ispiri i suoi processi creativi.
Verso la fine degli Anni ‘80 Schnabel cominicia a prediligere formati di grandi dimensioni per le sue opere. Tale maestosità, benché a volte letta dalla critica come un mero tentativo di impressionare lo spettatore, nasce in realtà dalla volontà dell’artista di creare un collegamento con gli imponenti dipinti del passato commissionati dallo Stato o dalla Chiesa e con i “big paintings” dell’America del Dopo Guerra.
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