40 years have gone by without us realizing it. This exhibition will be a game, what happened during the last forty years? What worked, what didn’t, what appeared and what disappeared? When did the world begin to change? Was it 1973 or 1989? When did “imagination in power” die, was it in ‘68 or 2012?
Or was it on the first of January, 2013?
If a ghost were to walk through the exhibition, it would take the form of a random corpse. Of someone who once longed for change, made mistakes, doubted, betrayed, loved, and now no longer exists, only reappearing from time to time when we recall him through memory. Especially during sad rainy days on Wall Street…or every time someone with a brain visits China, or on the face of any black person without the right passport, in fact on any given day without peace.
Take your pick and the guy will somehow show up without warning, perhaps in some corner of Venice, and he will stay there.
The title of the exhibition is Rebuilding Utopia with concepts acting as unifying threads that run through the curatorial proposition. The idea of utopia is about different ways of thinking about a better world, and how art can contribute to imagining such worlds.
Sono passati 40 anni senza che ce ne accorgessimo. La mostra sara’ un gioco: cosa e’ successo negli ultimi 40 anni? Cosa ha funzionato e cosa no, cosa e’ comparso, cosa e’ sparito? Quando ha cominciato a cambiare il mondo? Nel 1973? Nel 1989? Quando e’ morta la “imagination au pouvoir”, nel 1968 o nel 2012? O solamente il 1° Gennaio 2013?
Se un fantasma attraversera’ la mostra, questo sara’ il fantasma di un morto senza nome. Proprio quello che desidero’ un cambiamento, sbaglio’, cadde nel dubbio, tradi’, amo’, ed ora non e’ piu’ tra noi, ma si ripresenta nel mondo solo quando lo si richiama in vita attraverso il ricordo. In maniera particolare, ogni giorno in cui una triste pioggia cade su Wall Street... ogni volta che un individuo dotato di cervello visita la Cina, sul volto di ogni negro sprovvisto del giusto passaporto, in realta’ in ogni giorno trascorso senza pace. Comunque sia, il fantasma in qualche modo ricomparira’, forse in una calle di Venezia, e li’ rimarra’.
Il titolo della mostra: “Emergency Pavilion: Que No Me Olviden, Rebuilding Utopia”, e’ il concetto che funge da filo conduttore della proposta curatoriale. L’ idea di utopia ha a che fare con forme diverse di pensiero riguardanti un mondo migliore, e la possibilita’ dell’ arte di contribuire ad immaginare un tale mondo. Se l’arte, durante tutta la sua storia, si e’ caratterizzata come rappresentazione, ma anche immaginazione, del reale, questo progetto si incentrera’ su pratiche artistiche che pongono l’ accento sul cambiamento, sulla riorganizzazione della realta’, sull’ immaginazione di un universo migliore.
Emergency Pavilion: Rebuilding Utopia
Evento collaterale della 55 Esposizione
Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia
Teatro Fondamenta Nuove
Cannaregio 5013, Venezia
Orario di apertura: 1 giugno - 10 novembre 2013
Ore: 10-6. Chiuso il lunedi. Ingresso Gratuito
Opening: Giovedì 30 maggio, Ore: 10-13
ARTISTI
Ella de Burca (Irlanda)
Jota Castro (Francia/Perù)
Patrick Hamilton (Chili)
Emily Jacir (Palestina)
Cinthia Marcelle (Brasile)
Teresa Margolles (Messico)
Wilfredo Prieto (Cuba)
Santiago Sierra (Spagna)
Jorge Tacla (Stati Uniti d’America/Chili)
A cura di Jota Castro
Direttore del Progetto: Aideen Darcy
Direttore Creativo: Patricio Pozo
SUPPORTED BY
MAC (Museo de Arte Contemporaneo, Santiago de Chile)
Fundacion CorpArtes
Corpbanca
Creative Holding
Emergency Foundation
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