L’artista italo
americano Marino Auriti nel 1955 chiamò Palazzo Enciclopedico il suo
museo immaginario che avrebbe dovuto racchiudere tutto lo scibile umano.
E partendo dal dato
di fatto che l’arte è una via d’accesso privilegiata alla conoscenza più
profonda dell’essere e delle sue infinite manifestazioni, la mostra “100 anni
di arte e libertà” s’inserisce nel contesto della 55 Biennale dell’Arte di
Venezia, rivelando attraverso il lavoro di cinque artisti di fama
internazionale, quali sono le possibili forme di conoscenza nell’arte del nuovo
millennio.
Ripartendo
dall’idealismo hegeliano il presupposto per qualsiasi conoscenza, quindi anche
per l’arte, è la libertà.
Infatti questa
mostra che vuole ricordare un avvenimento fondamentale per i diritti umani, il
suffragio femminile concesso nel 1913 in Norvegia, trova il suo innesto
culturale in quella rivoluzione che le avanguardie artistiche portarono
nell’arte del primo ventennio del secolo scorso, liberandola definitivamente
dagli schemi tradizionali.
Il Movimento
Moderno a cavallo tra le due guerre, diffusosi principalmente nell’architettura
e design e soprattutto a Parigi, cominciò a considerare le potenzialità tecnologiche
dei nuovi materiali e delle macchine, nonché della comunicazione.
Intorno agli anni
’50 il sociologo canadese Marshall McLuhan nel suo saggio “Capire i media”
indagando i nuovi mezzi di comunicazione decretò che il medium è il messaggio.
L’artista francese Orlan conosciuta in tutto il mondo per aver inventato la
“Carnal Art” quando afferma che la carne è verbo, sembra accostarsi al pensiero
di McLuhan così come gli artisti Pia MYworLD, Migeul Chevalier, Senstad e
di Piksel Remote Lab quando dimostrano come la tecnologia costituisce un medium
inteso come estensione e potenziamento delle facoltà umane.
La norvegese Pia
Myrvold è stata tra le prime donne artiste in Europa ad indagare la New Media
Art stabilendo dei nuovi parametri compositivi e costruttivi per la pittura e
la scultura in 3D.
Credendo costei
nella libertà d’espressione e nell’impegno politico/sociale, sensibilizza la
collettività attraverso l’arte a conoscere e sperimentare nuove ed emergenti
realtà. Metamorfosi del virtuale, il titolo che Christine Buci Glucksmann
sceglie per la mostra dell’artista presso il Museo Stenersen di Oslo, vuole
sottolineare le peculiarità dinamiche del mezzo tecnologico che determinano una
realtà in continuo divenire.
Gli artisti
chiamati da Pia Myrvold a collaborare per questa mostra sono scienziati,
filosofi, poeti, inventori che con i loro personali e originali linguaggi
tecnologici e le loro avveniristiche creazioni preannunciano una nuova
esistenza in un ambiente immersivo dove l’immaginazione coinciderà con
l’immagine, il soggettivo con l’oggettivo e il conscio con l’inconscio.
La curatrice
Roberta Semeraro si dedica dal 2001 allo studio dell’arte digitale, ha
elaborato le teorie sulla Sesta Arte partendo dal pensiero di Walter Benjamin e
cerca di rintracciare nell’arte contemporanea un nuovo ideale di estetica.
Gli artisti:
Pia
MYrvoLD
"Le
Metamorfosi del Virtuale"
Pia MYrvoLD,
artista che lavora a Parigi, in questa installazione porta avanti la sua
ricerca su scultura e pittura all'interno di strumenti di animazione 3D e
ambienti immersivi.
La sua
installazione Le Metamorfosi del Virtuale prende il titolo dal saggio
scritto da Christine Buci-Glucksmann riguardo alla sua recente mostra al Museo
Stenersen nella nativa Norvegia, focalizzato nell’idea di scultura come forma
animata, vista attraverso proiezioni di video HD.
www.pia-myrvold.com/myworld
www.vimeo.com/piamyrvold
ORLAN
"Skinned
Liberty"
L’opera di ORLAN
iniziò con azioni di strada, intitolate Action ORLAN-CORPS, dove lei
affermava che il corpo era una scultura come ogni altro materiale. ORLAN ha
creato un autoritratto senza pelle in 3D che replica i movimenti dalle sue
performance.
Questo ruolo è
apparso la prima volta nelle sue mostre MesuRAGE al Museo Andy Warhol a
Pittsburg, e al MHKA di Anversa. Da allora il suo autoritratto senza pelle è
diventato l’emblema del suo lavoro, ponendo domande sul corpo e dimostrando che
c’è sempre qualcosa in più dell’esteriorità. Per questa mostra Metamorfosi
del Virtuale: 100 Anni di Arte e Libertà, ORLAN ha creato una installazione di
proiezione video intitolata Skinned Liberty, che è davvero emblematica del
suo lavoro.
www.ORLAN.net
Miguel
CHEVALIER
"The Origin
of the World", 2013
Opera di realtà
virtuale generativa e interattiva
Software: Cyrille
Henry / Antoine Villeret
The Origin of the
World 2013 prende ispirazione dal mondo della biologia e dei microrganismi.
Cellule che si moltiplicano in quantità, si dividono, si fondono a ritmi a
volte lenti, a volte veloci. Ciascuna cella funziona in modo autonomo, eppure
in coordinazione con le altre, come automi cellulari.
Quando lo
spettatore si sposta, la traiettoria delle celle si disgrega. Ci troviamo di
fronte ad un mondo intrigante dove la vita si rigenera perpetuamente. Un mondo
in bianco e nero dà gradualmente posto a colori vividi, saturati. Le curve
sinuose che ondeggiano attraverso i muri della galleria ricordano gli anni 70
mentre creano esperienze visuali senza precedenti che tendono verso paradisi
artificiali.
www.miguel-chevalier.com
Anne
SENSTAD
"UNIVERSALS"
L’installazione
UNIVERSALS dell’artista norvegese Anne Senstad ridefinisce lo spazio usando
plexiglas, tessuto, maglia e proiezioni video, dando un nuovo significato alle
definizioni di architettura, site specific, video e scultura. E’ interessata
agli elementi trasformativi della natura, alla fenomenologia della luce, alle
relazioni percettive e spaziali.
La
mostra Metamorfosi del Virtuale: 100 Anni di Arte e
Libertà presenterà per la prima volta le sue nuove opere scultoree. Il
video Colour Synesthesia, Versione quattro che ha creato per la mostra,
consiste in una nuova e più lunga versione della sua opera videoColour
Synesthesia e Colour Kinesthesia.
www.annesenstad.com
vimeo.com/user3150146/videos
PIKSEL Remote
HackLab
Gisle Frøysland
(Norvegia)
Ryan Jordan
(Regno Unito)
John Bowers
(Regno Unito)
Jonathan Kemp
(Regno Unito)
Piksel Remote
HackLab è un workshop performativo e un ambiente variabile sviluppato per la
settimana di apertura di Metamorfosi del Virtuale: 100 Anni di Arte e
Libertà. Piksel ha invitato gli artisti inglesi Ryan Jordan, John Bowers e
Jonathan Kemp a presentare il loro progetto Experimental Communication,
costruendo strumenti da oggetti elettronici di consumo recuperati, usati per
aprire canali nel mondo dello spirito. Inoltre il direttore di Piksel, Gisle
Frøysland, presenterà un’installazione interattiva basata sulla sua ultima
opera che utilizza pannelli murali a LED.
Piksel è una
comunità e un festival annuale focalizzato sull’arte elettronica e le
tecnologie free. Situato a Bergen, Norvegia, ha recentemente celebrato il
decimo anniversario con il festival Piksel[X] Kernel Panic!, riunendo artisti e
sviluppatori da tutto il mondo per scambiare idee, codifiche, per presentare
progetti di arte e di software in workshop, performance e discussioni riguardo
l’estetica e la politica della cultura libera e open source.
www.piksel.no
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